A Venezia i residenti organizzano il funerale per l’edicola che non riaprirà più

Il Comitato che aveva lanciato un piano per il ri-uso sociale dello spazio chiama a raccolta i residenti per l’ultimo saluto

Isabel Barbiero
L’epigrafe apparsa a Venezia che annuncia la chiusura dell’edicola
L’epigrafe apparsa a Venezia che annuncia la chiusura dell’edicola

«Da lunedì in edicola: niente, niente di niente». Con questo slogan carico di rammarico, l’Edicola Radio Rivetta annuncia nei social la chiusura definitiva del punto vendita.

Lo storico chiosco di giornali di Santa Croce, un angolo di Venezia che ha accompagnato per oltre sessant’anni generazioni di residenti e passanti, era diventato un’occupazione abusiva di suolo pubblico nel momento in cui la licenza del gestore era giunta a termine con il pensionamento dell’ex edicolante Sandro Vian, di Mogliano.

Finendo la sua funzione di vendita di giornali è così terminata anche la sua ragione di esistenza. E oggi è il giorno dell'ultimo saluto: l’appuntamento è alle 16:30, proprio davanti al negozio, in Calle Sechera.

«Portate candele e fiori per commemorare questo piccolo pezzo di storia. L’edicola se ne va, senza sapere esattamente dove, ma è il momento di dirle addio. All'interno del chiosco, troverete una testimonianza di ciò che è stata, una memoria da custodire e da ricordare così come l’abbiamo sempre conosciuta», è il messaggio lanciato dagli Amici della Rivetta.

A ottobre 2023, un gruppo di cittadini aveva organizzato una petizione raggiungendo 1500 firme per valorizzare l’edicola ripensando ad un suo nuovo uso, coinvolgendo i residenti per accogliere idee sul suo futuro, dove emerge la necessità di «passare dal valore d’uso commerciale ad un nuovo valore di ri-uso condiviso».

L’idea era di «recuperare un bene destinato alla demolizione, mantenendo il suo valore sociale perché sul chiosco pende una diffida di demolizione da adempiere entro la fine del 2024» spiega Eleonora Camerotto: «Per il Comune non c’era altra via se non quella della demolizione a causa dell’abuso di occupazione di suolo pubblico».

Il Comitato ha chiesto la revoca della demolizione, la stesura del Patto di collaborazione tra Comune, Edicola e cittadini, la ristrutturazione e apertura del chiosco alla comunità entro giugno.

Prosegue Camerotto: «Avevamo raccolto 400 firme in una petizione per attivare il Regolamento dei beni comuni urbani, per mantenere viva l’edicola e preservarla come bene collettivo».

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