Venezia, è mistero sui peluche sospesi nell’aria
VENEZIA. Volare nel blu, dipinto di blu. A parte uno attaccato al palo come un koala a un eucalipto, gli altri si dondolano spensierati sui ponti e sulle calli, alla faccia di chi invece si trascina dal caldo torrido. Sono i peluche che da qualche tempo sono apparsi sui lampioni del centro storico attirando gli sguardi dei bambini che li vorrebbero raggiungere e magari strapazzarseli un po’. Agganciati a un filo trasparente con un sassolino all’estremità per fare da contro peso i pupazzi colorati sono stati presumibilmente lanciati e adesso si trovano appesi ai lampioni o tra alcuni fili che passano sopra i ponti, come quello di San Canzian. Cani, gatti e perfino un’oca sono diventati ad agosto gli obiettivi delle macchine fotografiche dei turisti (e non) che pensano si tratti di qualche performance e scattano foto ricordo delle stramberie che si possono vedere a Venezia. Il periodo infatti che precede le grandi mostre non è mai privo di piccole sorprese: capita di camminare e imbattersi negli artisti eccentrici e pelati chiamati Eva e Adele o nella protagonista della carnal art Orlan con i capelli metà bianchi e metà neri.
Un paio di anni fa, per esempio, Venezia viene invasa dalle scarpe. Si trattava della moda giapponese detta «shoefiti» (shoes per scarpe e fiti per graffiti) che consisteva nell’unire le scarpe con i lacci per poi lanciarle sui lampioni. Ma i tempi cambiano e questa volta sono i pupazzetti a occupare la scena lasciando un alone di mistero nell’aria. Da dove vengono? Che cosa significano? E, soprattutto, chi li ha messi lassù?
«Li vedo da circa tre settimane», racconta una commerciante che ha il negozio sul Ponte dei Dai, dove un asinello grigio sventola sulla testa dei passanti, «ma non ho proprio idea di chi li abbia potuti mettere». Qualche caratteristica distintiva? Per adesso nessuna, a parte che qualcuno è più peloso di altri e che, nonostante dondolino, alcuni richiamano le inquietanti opere appese di Maurizio Cattelan, anziché simpatici animaletti. Il gondoliere Ferruccio di Campo Santa Maria Formosa - a partire dal cagnolino penzolante di Ponte delle Bande - ne ha visti altri: «Ce ne sono parecchi, mi è capitato di vederli mentre lavoro in gondola, ma non ci ho più fatto caso». All’inizio è quasi difficile accorgersi che ci sono, ma poi, una volta adocchiati, è facile incontrarli di nuovo guardando un po’ all’insù. Per adesso quelli scoperti sono sei e non sembrano seguire una mappa precisa dato che si trovano da Campo San Provolo al Ponte della Guerra, ma uno a dire il vero una cosa diversa ce l’ha. È una cerniera sulla schiena che stuzzica la curiosità: e se ci fosse qualche messaggio segreto all’interno?
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