Venezia e l'Unesco: «Molti passi avanti ma sulle grandi navi questione irrisolta»

Borletti Buitoni: Brugnaro non considera più l’Unesco come un nemico, Il turismo dovrà diventare una risorsa
Ilaria Borletti Buitoni
Ilaria Borletti Buitoni

VENEZIA. «A prescindere da quale sarà la decisione finale dell’Unesco ci sono in questa vicenda molti aspetti positivi». Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretaria ai Beni culturali e già presidente del Fai, il Fondo per l’Ambiente italiano, ha avuto in estate una polemica molto dura con il sindaco Brugnaro proprio sulle questioni del turismo e dello stravolgimento della città oggi all’esame dell’Unesco.

Una polemica superata?

«Non ho mai cercato polemiche. Molti mi chiedono se mi sono riconciliata con il sindaco. Il discorso è un altro. Tengo molto a Venezia e alla sua salvaguardia. Certo oggi valuto positivamente questo mutato atteggiamento del sindaco».

Ad esempio?

«Mi pare molto positivo che il sindaco di Venezia non consideri più l’Unesco un nemico, ma un soggetto portatore di valori importanti per il futuro della città».

Gli altri aspetti positivi?

«Nel corso dell’incontro con il governo a Roma è emersa un nuovo atteggiamento di collaborazione del Comune per affrontare il caso del turismo di massa. Insieme cercheremo di fare del caso di Venezia un caso di studio per affrontare problemi che appartengono anche ad altre città d’arte. L’altro aspetto positivo è quello che il Patto per Venezia, firmato dal governo Renzi in laguna a fine novembre, comprende risorse e attenzione per il patrimonio culturale e monumentale della città».

Sintonia un po’ meno perfetta sulle grandi navi e sulle alternative a San Marco.

«Il Comune ha un’idea politica di come risolvere la questione, cioè lo scavo del canale Tresse. Ma dal punto di vista amministrativo e dell’iter procedurale il discorso non è affatto chiuso. Sarà il ministero dell’Ambiente a dare il parere tecnico su quel progetto con la procedura di Via, la Valutazione di Impatto ambientale. Dovrà essere valutato in sede tecnica l’impatto del nuovo scavo sull’equilibrio complessivo della laguna».

L’Unesco si è sempre detta contraria a nuovi scavi in laguna

«Si è sempre espressa in senso contrario allo scavo di ulteriori canali, questo è noto».

Dunque questo è un punto ancora irrisolto.

«Direi di sì. Ma un risultato è che oggi tutti sono concordi sull’allontanamento delle grandi navi da San Marco. Tre anni fa non era così scontato».

Come potrà il governo contribuire concretamente alla soluzione del problema grandi navi e turismo?

«La firma del Patto per Venezia significa anche una prospettiva di lavoro comune con la città. Sull’aspetto del turismo, ad esempio, siamo intenzionati ad avviare un discorso di ampia prospettiva, che riguardi un sistema complessivo di gestione del turismo nell’Alto Adriatico».

"Venezia è un patrimonio comune dall’eccezionale valore universale. Lavoreremo insieme"

Cosa significa in concreto?

«Occorre segmentare l’offerta turistica in un territorio più vasto. Spalmare il turismo per farlo diventare una risorsa».

Per Venezia cosa cambia?

«Che la pressione dovrà diminuire. Il turismo dovrà diventare una risorsa e non un problema. E Venezia potrà offrire il suo contributo prezioso al sistema turistico italiano senza essere travolta».

Insomma una svolta positiva nei rapporti con l’Unesco.

«Attendiamo di vedere la conclusione. Il governo invierà il suo documento entro il 2 novembre. Poi l’Unesco emetterà il suo verdetto. Ma ripeto, ci sono già degli aspetti a mio parere molto positivi».

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