Venezia, due ponti a rischio senza manutenzione

Un tessuto diffuso di ponti, rive e fondamenta che senza cure urgenti rischiano il collasso. Ma i soldi non arrivano e i restauri vanno a rilento
Il ponte di Ca’ Foscari ha bisogno di restauri
Il ponte di Ca’ Foscari ha bisogno di restauri
VENEZIA. San Marco e Rialto. E, soprattutto, un tessuto diffuso di ponti, rive e fondamenta che senza cure urgenti rischiano il collasso. Ma i soldi non arrivano - il Comune non ha più ricevuto i 42 milioni di euro del Comitatone 2008 - i restauri vanno a rilento. Allarmi e problemi statici si moltiplicano.


Il ponte della Madonna, in rio del Tintor vicino a calle dei Cereri, è in condizioni preoccupanti. «Non si può nemmeno restaurare», dicono i tecnici. Si dovrà chiudere presto per evitare crolli e consentire un restauro di fondo. Ma anche il ponte di Ca' Foscari sul Rio Nuovo ha bisogno urgente di cure. Il grande passaggio e il moto ondoso lo stanno consumando.


Crepe e problemi anche sul ponte della Panada alle Fondamente Nuove, dove la crepa si è ulteriormente allargata in questi giorni. Il peso delle rive restaurate con il cemento «tira» il ponte verso la laguna. E poi il Ponte della Paglia, da anni alle prese con problemi statici, ponti minori dove parti intere di pietra d'Istria sono crollate come il ponte di Santa Marina, quello del rio dei Trasti a Cannaregio. I ponti a Venezia sono più di 400. I riflettori sono puntati sui quattro che attraversano il Canal Grande. Rialto, Scalzi, Accademia e ora Calatrava, dove sono in corso interventi per la manutenzione e il controllo delle saldature. Ma per sistemare tutti gli altri i finanziamenti non ci sono. «Un problema drammatico», denuncia il presidente di Insula Giampaolo Sprocati, «noi quest'anno abbiamo ricevuto zero euro, andiamo avanti con i cantieri già aperti e qualche residuo dell'anno scorso. Ma presto l'emergenza sarà visibile, la situazione è destinata a peggiorare».


Il direttore di Insula Ivano Turlon, autore con Giovanni Sandri nel 1996 del grande progetto integrato rii per la manutenzione di rii, rive e fondamenta nel 1996, allarga le braccia: «L'usura e i mancati interventi producono un degrado evidente. Senza finanziamenti è un problema».


«Questa città ha bisogno di manutenzione continua», dice la soprintendente Renata Codello, «riducendo gli interventi, le criticità sono destinate ad aumentare». Il problema è sempre quello dela mancanza di fondi. Si prova a supplire con interventi puntuali, sponsor. Ma certo non è sufficiente. «Si sta perdendo la cultura della manutenzione urbana», dice Turlon, «noi abbiamo fatto un grande lavoro, è tutto disponibile sul nostro sito, abbiamo un ufficio di progettazione all'avanguardia».


Ma la scure del bilancio potrebbe presto abbattersi anche su Insula, la società fiore all'occhiello del Comune, «inventata» nel 1996 da Massimo Cacciari ed Emilio Rosini. Voci sempre più insistenti ne danno per imminente lo scioglimento. Senza fondi, una società non riesce a stare in piedi. Con tanti saluti alla manutenzione urbana e alle emergenze. Ricordate soltanto quando cade a pezzi una colonnina o un pezzo di riva. «La cura per questa città», dice Sprocati, «deve essere continua. Altrimenti la situazione si aggraverà».

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