Venezia. Divide la torre di Pierre Cardin, che rischia di traslocare in Francia
Stop di Ca' Farsetti alla costruzione sull'«Isola 46». Si cerca un altro sito, ma Sarkozy preme per avere la torre a Parigi

Una simulazione al computer del grattacielo, in alto Pierre Cardin
MARGHERA. Pierre Cardin vuole costruire il suo elegante ed ecologico «Palazzo della luce» a Marghera ma l'area ipotizzata (l'Isola 46 di proprietà di Eni) ha un vincolo d'uso industriale che il Comune non vuole togliere. «Il dialogo è aperto e siamo pronti a valutare altre possibilità» dicono i collaboratori di Cardin. Ma per ora un'area disponibile e adatta non c'è e se non salterà presto fuori è possibile che Cardin ceda ai pressanti inviti del presidente Sarkozy di costruire il suo «Palais lumiere» in un'area già disponibile a Parigi.
Il sogno dell'88enne stilista Pierre Cardin - trevigiano di nascita e naturalizzato francese - di costruire un avveniristico grattacielo su tre torri alto oltre 200 metri in riva alla laguna, rischia di impantanarsi a Porto Marghera. Malgrado le tante aree dismesse dalle industrie, non è stato ancora trovato il terreno dove poter realizzare il grattacielo progettato degli architetti di Cardin.
Il progetto è stato illustrato al sindaco Orsoni, ma sull'area indicata dai progettisti - la cosiddetta Isola 46 di proprietà di Eni, 5 ettari sul lato sud del Vecchio Petrolchimico - c'è un vincolo d'uso industriale e il previsto utilizzo nell'ambito dell'Accordo di Programma Moranzani per lo scavo dei canali e lo stoccaggio dei fanghi.«Se quell'area ha dei vincoli da rispettare noi ne prendiamo atto - dice il commendator Leopoldo Rizzi, stretto collaboratore di Pierre Cardin - ma intendiamo continuare a tenere aperto il dialogo aperto con le istituzioni. Noi abbiamo indicato quell'area perché qualcuno ce l'ha segnalata. Ma se il Comune ce ne indica un'altra, nelle vicinanze e in armonia con il progetto, siamo pronti a prenderla in considerazione».
La scelta dell'area - ha ribadito in più occasioni lo staff di Cardin - è di fondamentale importanza per potere attrarre investitori internazionali, soprattutto inglesi, russi, francesi e spagnoli, disposti a spendere abbastanza, pur di godere di una location del genere». Il palazzo di Pierre Cardin sarà «trasparente di giorno e illuminato di notte», una elegante e alta scultura con tre torri a vela di vetro alte oltre 200 metri e disposte a stella, con 21 ascensori e fino a 80 piani destinati a uffici, alberghi, ristoranti, la sede dell'Università internazionale di moda e design e sulla torre più alta appartamenti ad uso residenziale affacciati sulla laguna.
Lo stilista vorrebbe realizzare il suo palazzo in duplice copia, a Venezia e a Parigi le sue città predilette, ma visto i costi di realizzazione se ne potrà costruire solo uno alla vota. Se fosse per lui il primo grattacielo-scultura lo costruirebbe a Porto Marghera, di fronte alla tanto amata Venezia. «Palais Lumiere è un palazzo-scultura che rappresenta la massima espressione del pensiero di Cardin - spiega Rizzi - In in quasi 60 anni di moda e design ha sempre riunito indissolubilmente il concetto di scultura a quello di utilità pratica. Palais Lumiere rappresenta, infatti, la «massima espressione di questo concetto in quanto ecosostenibile, esteso all'ambiente stesso in cui l'individuo vive, abita, lavora, socializza». Dal canto suo, la Giunta comunale di Venezia, dopo l'incontro coi collaboratori di Cardin nel settembre scorso, ha ribadito «il massimo impegno» dei suoi uffici per individuare un'area idonea a realizzare un progetto ritenuto «molto interessante». Ora si tratta di attendere che l'area per questo progetto - da oltre 2 miliardi di euro e di grande impatto urbanistico, economico e sociale -, venga trovata.
Ma il tempo passa e a Parigi c'è il presidente francese Sarkozy che ripete allo stilista che il suo primo «palais lumiere» lo può fare a Parigi, dove le aree disponibili in tempi brevissimi non mancano.
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