Venezia, dimezzata la presenza dei voraci gabbiani
Effetto del nuovo porta-a-porta: ora mangiano granchi, ma chi ha il nido in città non l’ha lasciato
VENEIZA. Gabbiani reali e immondizie: un connubio “letale” per Venezia, con calli e campi coperti di rifiuti sparpagliati da gabbiani famelici e aggressivi, ma che la nuova raccolta porta a porta “a chiamata” - con divieto di poggiare i sacchetti a terra - sta visibilmente riducendo.
Lo racconta anche una ricerca effettuata dal Corila, per conto di Veritas, con due mesi di verifica letteralmente sul campo, è il caso di dirlo.
A Santa Croce, ad esempio. alla vigilia dell’avvio della nuova raccolta - nel marzo 2017 - si contavano 349 sacchetti abbandonati per strada, banchetto per 61 gabbiani: poche settimane dopo il porta-a-porta a chiamata. I sacchetti abbandonati sono scesi a 25 (il 7 per cento del totale) e i gabbiani a 23. Una riduzione di oltre il 60 per cento.
A Dorsoduro, invece, la popolazione dei gabbiani “residenti” si è dimezzata: se i sacchetti abbandonati per strada prima della nuova raccolta erano 77 e i gabbiani che vi pasteggiavano 39, pochi mesi dopo i sacchetti si erano già ridotti a 23 e i gabbiani a 20.
«Il risultato, dal punto di vista igienico-sanitario, è stato sicuramente centrato, anche per quanto riguarda i ratti per strada», commenta il direttore generale di Veritas , Andrea Razzini «I gabbiani veneziani - ci hanno spiegato gli esperti - hanno rapidamente cambiato abitudini alimentari e si sono spostati sui granchi, volando sul litorale, ma per quanto riguarda i nidi tendono a tornare in città e nei luoghi più tranquilli, come le aree cimiteriali».
Qui proseguono le attività degli operatori per cercare di ridurre l’impatto, seguendo le indicazioni di Ca’ Foscari: coprire di cera, una a una, le uova deposte, per impedire che si schiudano.
Ma quanti siano realmente nessuno lo sa: l’ultimo censimento risale al lontano 2005, ad opera di Soldatini e Mainardi, che contarono 24 nidi. (r.d.r.)
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