Venezia, crolla l’arcata del ponte di Sant'Antonin
VENEZIA. Un’arcata del ponte in pietra d’Istria staccata e caduta in acqua. E a distanza di giorni, nessuno è intervenuto. Così adesso si staccano anche i mattoni e la struttura è pericolante. Succede al ponte di Sant’Antonin, vicino all’Arsenale. Dove urti ripetuti probabilmente dovuti a qualche barcone in ferro, hanno prodotto i risultati che si possono vedere.
La denuncia è di un professionista veneziano, che è passato con la sua barca per il rio di Castello. «A oggi nessuno si è interessato», dice, «è una vergogna. Di questo passo il ponte crolla».
Ci sono anche i casi di danni dovuti alla vegetazione spontanea, piante che crescono tra un mattone e l’altro. E poi gli scalini in pietra d’Istria spezzati per il passaggio di carretti pesanti con ruote in ferro. Infine gli scarichi da barconi di grandi dimensioni dei “pallet” carichi di merce dei supermercati. Anche qui, ruote in ferro, rumore e danni alla pavimentazione. Qualche protesta dagli abitanti, ma non è successo nulla. «Sarebbe necessario un nuovo Piano del traffico, con maggiori controlli e maggiori tutele», continua il professionista, «invece l’unica preoccupazione del Comune sembra essere quella di rendere difficile la navigazione alle piccole barche dei veneziani».
Così per i sensi unici, numerosi e inutili. Come quello del rio della Pietà, che obbliga a lunghi giri e maggiori percorrenze, con più inquinamento, moto ondoso, consumi di carburante e perdite di tempo. I sensi unici in realtà non limitano la velocità dei taxi e delle barche da trasporto. Intanto i barconi in ferro – vietati molti anni fa poi reintrodotti – distruggono le pietre della città, un pezzo alla volta. E nessuno se ne cura. (a.v.)
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