Venezia, crepe a una colonna delle Procuratie Vecchie

Nuovo allarme in Piazza San Marco, Da due giorni il pilastro che sorregge una delle cinquanta arcate delle Procuratie Vecchie è avvolto dal nastro bianco e rosso, al centro del cantiere che tiene a distanza di sicurezza i passanti e i visitatori di Piazza San Marco

Manuela Pivato

VENEZIA. Crepe a una colonna delle Procuratie Vecchie. I timori di un improvviso cedimento della pietra in un posto frequentatissimo di Piazza San Marco, tra il caffè Lavena e la gioielleria Boncompagni, hanno subito allertato i tecnici che hanno provveduto a transennare l’area e a mettere in sicurezza la colonna in attesa di ulteriori verifiche e dell’intervento di consolidamento.

Da due giorni il pilastro che sorregge una delle cinquanta arcate delle Procuratie Vecchie è avvolto dal nastro bianco e rosso, al centro del cantiere che tiene a distanza di sicurezza i passanti e i visitatori di Piazza San Marco.

Sei mesi fa, la sera del 3 gennaio, proprio di fronte un pezzo dell’ala di un angelo pesante mezzo chilo si era staccato da una finestra delle Procuratie Nuove ed era caduto sui tavolini del bar Aurora che, vista la stagione e l’ora tarda, erano fortunatamente vuoti. L’intervento di consolidamento preventivo si è concluso nei giorni scorsi.

Ma gli acciacchi dell’area marciana ormai non si contano più. «Tanti proclami, ma in Piazza è tutto fermo» dice il presidente dell’Associazione Piazza San Marco, Claudio Vernier «dopo il restauro delle Procuratie Vecchie da parte di Generali sembrava che qualcosa si muovesse, invece non è accaduto nulla».

I lavori alla volta delle Procuratie Nuove non sono di fatto mai partiti e, per ora, si limitano alle puntellature anti-smottamento comparse ormai anni fa e a loro volta bisognose di intervento perché, nel frattempo, i piccioni hanno fatto i loro nidi sopra i fili elettrici. Problemi anche alla pavimentazione in marmo e ai cortili destinati a diventare il nuovo percorso di visita dell’area marciana. —

Argomenti:cronacavenezia

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia