Venezia contro Airbnb sulla tassa di soggiorno
VENEZIA. Airbnb e tassa di soggiorno, il Comune di Venezia ribatte a muso duro alle parole di Alessandro Tommasi, Public Policy Manager di AirBnb Italia che al nostro giornale ha annunciato importanti novità per il 2018: il via da gennaio ad una campagna autonoma per il rispetto di Venezia e la scelta di aprire un ufficio a Venezia e di trovare «l’ambasciatore di Airbnb a Venezia», per un dialogo e confronto con il mondo delle associazioni, dei comitati, degli studiosi e delle istituzioni che si stanno interessando, spesso in modo critico, dell’impatto del turismo sulla città.
Un dialogo che manca con il Comune di Venezia visto che la trattativa sulla applicazione della imposta di soggiorno per gli utenti del portale che mette in contatto chi affitta una casa o stanza con chi vuole visitare la città. Dura la reazione degli assessori della giunta Brugnaro. «Altro che chiusura da parte del Comune. Il principio fondamentale è il rispetto delle regole e il rispetto della città. Prima regola: le tasse vanno pagate. Noi abbiamo incontrato più volte Airbnb ma da parte loro abbiamo trovato una grossissima rigidità nei confronti della articolazione della tassa di soggiorno della nostra città. Il ministero ci pone limiti massimi e minimi ma siamo noi ad articolarla e quindi noi dettiamo noi le regole. Loro ci dicono che vogliono la percentuale perché dicono: non abbiamo macchine tarate per arrotondare i decimali. Se è questo l’approccio non ci siamo», ribadisce l’assessore al turismo della giunta di centrodestra, Paola Mar.
Che continua: «Sono loro ad avere una chiusura nei confronti dell’amministrazione. Io rappresento un ente pubblico. Se la tassa di soggiorno ha regole legate alla stagionalità e al territorio della città che è diverso tra centro storico e terraferma, perché dovremmo fare una tariffa apposta per loro? No, non è giusto per gli altri che potrebbero dirmi la stessa cosa. Tutti sono uguali davanti alla amministrazione».
Con la Mar si schiera ovviamente l’assessore al bilancio Michele Zuin, altrettanto infastidito: «Ogni volta dicono che siamo noi a non collaborare ma non è vero. Chiedono una aliquota unica affermando di non poterne gestire più di una. Ma si tratta di rispettare aliquote che non siamo neanche stati noi a dettare. Sono aliquote, frutto del lavoro della precedente giunta e del consiglio comunale e del confronto con le associazioni di categoria e che noi abbiamo rispettato proprio in virtù del lavoro svolto», ribadisce Zuin che al manager di Airbnb ribadisce: «Sono un colosso mondiale con base a San Francisco. Noi ci siamo offerti di fornire tutto il supporto e garantiamo la possibilità di interrogazioni in tempo reale attraverso Venis. Non hanno qualcuno che possa lavorare su quei dati? Non ci crediamo».
Altra questione che accende lo scontro è la decisione di una campagna autonoma per il rispetto della città di Airbnb. La Mar si arrabbia. «Abbiamo una campagna per il rispetto della città fatta dal Comune. Perché farla al di fuori?». Per la Mar è una scelta che ha «del sorprendente perché lo sanno che abbiamo una trattativa in corso con i principali portali che prenderanno la nostra campagna. Perché loro devono agire diversamente?», dice. Il dialogo con Airbnb non viene considerato chiuso. «Noi non abbiamo chiuso la porta al dialogo con Airbnb ma il rispetto passa per la condivisione delle regole dell’amministrazione comunale. La porta l’hanno chiusa semmai loro che non accettano la nostra impostazione», conclude l’assessore.
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