Venezia, colonnelli della Finanza assenteisti: indagati per truffa
VENEZIA. Colonnelli della Finanza assenteisti: dovevano essere al lavoro, invece si assentavano dalla sede di Venezia per dedicarsi, scrivono i pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini nell’avviso di chiusura indagini, «ad attività di carattere personale, omettendo di comunicare a fine del mese le assenze e anzi, attestando falsamente la propria presenza in ufficio».
Il colonnello Antonio De Franchis, siracusano classe 1961, già comandante del Centro addestramento del Comando regionale veneto e prima comandante del II Gruppo delle Fiamme Gialle a Mestre, è finito nell’inchiesta “Fisco e tangenti” con le accuse di truffa e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale. In 78 giornate, dal 1 agosto 2016 al 22 giugno 2017, avrebbe attestato falsamente di essere al lavoro, quando invece si assentava per ore.
Come il 17 novembre 2016, quando i colleghi finanzieri che hanno svolto le indagini hanno accertato che De Franchis non avesse lavorato per 9 ore e 15, dalle 10.15 alle 19.30. O come l’11 maggio 2017, quando l’assenza era stata di 7 ore e mezza. Stessa accusa per il tenente colonnello della Finanza Vincenzo Corrado, in servizio al Comando regionale veneto, già finito nel vortice dell’inchiesta su favori e regalie per limare le verifiche dell’Agenzia delle Entrate e per questo ancora agli arresti domiciliari. I pedinamenti hanno accertato che Corrado, dal 19 novembre 2015 al 1 giugno 2017, avrebbe dichiarato il falso sull’orario di lavoro di 24 giornate. La Procura è convinta che i due, durante le assenze, si occupassero pure di attività illecite.
Accessi abusivi. De Franchis è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico assieme a Christian David, dirigente dell’ufficio grandi contribuenti della Direzione regionale del Veneto dell’Agenzia delle Entrate (ora licenziato senza preavviso), e al fratello Daniele De Franchis, commercialista siracusano.
Il meccanismo ricostruito dalla Procura è semplice: il commercialista chiedeva al fratello finanziere informazioni riservate contenute nell’anagrafe tributaria in uso ai dipendenti delle Entrate, e il finanziere chiedeva a David. Lo stesso meccanismo è contestato a Corrado su richiesta dei cittadini Fabrizio Paulin e Nicoletta Regazzo.
Indagini chiuse e nuovi indagati. La Procura ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini a dieci persone, tra cui cinque nomi nuovi per cui la chiusura delle indagini rappresenta l’informazione di garanzia. Si tratta del colonnello Antonio De Franchis e del fratello commercialista Daniele (1968); di Fabrizio Paulin (1964, Udine) e Nicoletta Regazzo (1972, San Donà), accusati di rivelazione del segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico: dell’avvocata padovana Lorenza Cracco, 62 anni, accusata di accesso abusivo al sistema informatico per aver istigato Elio Borrelli, ex dirigente del Centro operativo di Venezia dell’Agenzia delle Entrate, a consultare l’anagrafe tributaria per carpire notizie riservate su persone e società. In particolare sulla Masseria Cuturi, azienda vitivinicola nella zona del Primitivo di Manduria, in provincia di Taranto, di cui Cracco (moglie del dentista Paolo Rossi Chauvenet) deteneva una quota assieme a Maria Rita Savastano (moglie dell’ex ad di Veneto Banca Vincenzo Consoli), poi uscita, e alla moglie di Bruno Vespa. Chiuse le indagini anche per i finanzieri Vincenzo Corrado e Massimo Nicchiniello, per la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca, per l’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate Christian David e per l’ex dirigente della Cattolica Assicurazioni Albino Zatachetto, tutti arrestati nella retata di metà giugno. A Corrado, la Procura contesta, in concorso con la commercialista Mesirca, il traffico di influenze illecite (nell’ordinanza si contestava la corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio) nella vicenda che aveva visto coinvolti gli imprenditori Baggio e Tagnin: secondo l’accusa, il finanziere si era fatto promettere 70mila euro dagli imprenditori (di cui 40mila corrisposti, più un orologio e la promessa di future assunzioni) come prezzo della mediazione illecita verso David, con l’intermediazione della commercialista, per ottenere la riduzione degli importi contestati in sede di verifica fiscale e la comunicazione in anticipo di notizie sui controlli. In concorso con Massimo Nicchiniello, tenente colonnello della Finanza in servizio a Udine, Corrado è accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità (inizialmente anche in questo caso l’accusa era di corruzione) per la vicenda dell’imprenditore friulano Schneider, costringendo il titolare della Burimec a pagare alcune cene in locali di lusso e assumere il figlio dello stesso Corrado, assicurandogli così che non ci sarebbero stati approfondimenti su un’operazione sospetta del 2013.
E ancora, in concorso con Albino Zatachetto di Cattolica Assicurazioni, per la Procura Corrado deve rispondere di traffico di influenze illecite (era corruzione) per le verifiche sulla società veronese. I dieci indagati che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, l’atto che normalmente precede la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm, potranno ora farsi interrogare o svolgere indagini difensive. Non sono state chiuse le indagini, invece, per le imputazioni più gravi di corruzione - come riviste dal Riesame - per le quali è ancora in vigore la misura: Corrado, David e Zatachetto, sono agli arresti domiciliari. La Procura deciderà prossimamente.
Verso i patteggiamenti. Puntano all’accordo sulla pena gli indagati che le loro confessioni hanno contribuito alle indagini. Tra questi, gli imprenditori finiti nel meccanismo della cricca sulle verifiche fiscali. Le posizioni sono state stralciate.
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