Venezia, cassiera cardiopatica del supermarket rapinato: «Mi hanno puntato la pistola: era vera»
VENEZIA. «Sono entrati in tre a volto coperto: uno di loro mi ha puntato la pistola contro. Secondo me era vera, ne sono convinta. Ho avuto molta paura».
A raccontare è la cassiera del supermercato Coop di campo dei Meloni: una giovane mamma cardiopatica, che per lo spavento è stata trattenuta una notte in osservazione all’ospedale civile. Domenica sera si è vista puntare al viso l’arma impugnata da uno dei tre malviventi, che da settimane cono diventati il terrore del personale dei supermercati veneziani, trattati come un “bancomat” sotto la minaccia delle armi. Arrivano poco prima dell’orario di chiusura, ordinano di svuoltare le casse e scappano. Sono italiani e parlano con un leggero accento meridionale.
Cosa è successo?
«Stavo facendo le ultime operazioni di chiusura della cassa, in attesa degli ultimi clienti, quando me li sono trovati attorno: in tre, con il volto coperto», racconta la donna, «uno di loro mi ha puntato addosso la pistola, ordinandomi di aprire la cassa. Parlavano italiano».
Gli ha dato subito i soldi?
«No, anche perché il cassetto della cassa era chiuso e io non conosco la combinazione», racconta ancora la donna, «così ho dovuto chiamare la mia collega, che ha dato la combinazione per aprire il cassetto della cassa».
Quanti soldi avranno portato via?
«Non più di 300 euro, perché avevamo appena fatto il versamento nella vicina cassa, perché ormai eravamo in fase di chiusura. Quando il cassetto si è aperto, hanno preso i soldi e se ne stavano andando, ma si sono trovati la porta d’ingresso chiusa. Sono rimasti disorientati per un attimo. Bisogna schiacciare un bottone per uscire dal supermercato: in molti negozi è così, ma loro sembravano non saperlo. Glielo abbiamo detto noi di premere il bottone e sono scappati».
Lei si è sentita male, vero?
«Ho passato una notte in ospedale. Sono cardiopatica, perché due anni fa ho fatto un infarto. Per fortuna ora sto bene, ma mi hanno voluto trattenere una notte in osservazione: ero molto agitata».
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