Venezia capitale mondiale del sovraffollamento turistico
VENEZIA. «Venezia capitale mondiale del turismo di massa: batte Barcellona, Amsterdam, Bangkok». Ora persino Airbnb “scopre” che Venezia è soffocata dai troppi turisti: ben 73,8 visitatori l’anno per ogni residente in città, calcola la più grande piattaforma al mondo di affitti turistici on line, partendo dai 20 milioni di visitatori nel 2017 tra pernottanti e mordi-e-fuggi (citando come fonte World Population Review) e dividendoli per i 270 mila residenti nel Comune di Venezia.
In realtà, è di tutta evidenza che la pressione è di molto superiore perché quei 20 milioni di turisti - che poi la stessa Airbnb, in una nota, fa crescere ai 23-28 stimati dal Comune di Venezia - non gravitano su tutto il comune, ma sulla sola città storica, che di abitanti nel 2017 ne aveva 54 mila e oggi sono ancor meno. Così, se si rifanno i conti, si sale a ben 370 turisti per residente a Venezia: tutt’altra questione.
Lo studio. Airbnb lancia la sua allerta nel comunicato che accompagna il rapporto sul “turismo sostenibile” presentato ieri a Parigi, che mette a confronto otto mete turistiche mondiali: “Healthy Travel anche Healthy destinations”, firmata da Jonathan Tourtellot. Uno studio che - per quanto riguarda Venezia - da un lato accende il semaforo rosso sul «sovraffollamento, problema critico che riguarda soprattutto il centro città», ma “autoassolve” Airbnb da qualsiasi corresponsabilità nell’affollare la città, sottolineando come (solo) 2,2 di quei 73,8 visitatori hanno prenotato attraverso il portale: «In termini di impatto sulle città», si legge nello studio, «tra il 72% e il 93% degli annunci Airbnb nelle città analizzate sono fuori dalle aree sotto stress, un turismo “sano” e meno invasivo che porta a maggiori benefici per il territorio».
Il confronto. È complicato trovare un filo conduttore nella ricerca, perché se per Venezia si prendono per buoni i sottostimati 20 milioni di turisti del 2017 e si dividono per tutti i 270 mila residenti dell’intero comune, per le altre città dello studio si considerano solo gli “overnight guests”, cioè i turisti pernottanti. Così Amsterdam ha 7,8 turisti per residente, Barcellona 4,7, Mallorca 10,2, Kyoto 2,1, Bali 3,3, Bangkok 2,8, la neozelandese Queenstown ben 51,3. Così, volendo seguire lo stesso parametro e prendendo un dato certo come i 10,511 milioni di pernottamenti registrati nel 2016 dall’Annuario turistico del Comune, dividendoli per il totale dei residenti, il risultato dà 38,9 turisti per abitante, che si impennano a 194 se si considerano i soli veneziani-veneziani.
I numeri di Airbnb. Nello studio, la piattaforma sostiene di aver avuto 605 mila ospiti a Venezia nel 2017, aggiungendo in un comunicato che quelli che effettivamente hanno pernottato a Venezia città sono 470 mila: a conferma di quanto i visitatori che dormono in terraferma, poi arrivino ovviamente in visita alla città. Quel che è certo è che - si parta da 20 milioni o dai 23-28 milioni stimati dal Comune, oppure dai soli pernottanti - si può concordare con le conclusioni di Airbnb, quando sottolinea come il sovraffollamento sia un problema critico: «Se facciamo un parallelo con realtà come Amsterdam o Barcellona - sebbene il report analizzi solo i pernottamenti e non le visite giornaliere - l’impatto dei turisti che scelgono Airbnb sale rispettivamente al 12 e al 18% sul totale dei viaggiatori».
Lo studio non sfiora l’impatto dell’intero sistema degli affitti turistici sull’ormai inesistente mercato residenziale, ma dichiara che «il modello Airbnb è scelto prevalentemente dai turisti che vogliono vivere la città come fossero “cittadini temporanei”, contribuendo allo sviluppo economico delle realtà in cui soggiornano. A Venezia i turisti che hanno scelto la piattaforma hanno speso complessivamente circa 54 milioni di euro. Senza considerare che, grazie ai soldi guadagnati con la loro attività, gli host hanno rimesso in circolo 2 milioni di euro spesi per migliorare le proprie case». Anche in questo caso, dividendo 54 milioni di euro per i 605 mila ospiti Airbnb, vengono fuori poco più di 89 euro a testa, da suddividere però nei 2,8 giorni di media per soggiorno.
La tassa di soggiorno. Pende, sempre aperto, il “contenzioso” con il Comune sulla tassa di soggiorno. Gli assessori al Turismo (paola Mar) e al Bilancio (Michele Zuin) hanno fatto più volte presente a Airbnb di volere che la piattaforma sia sostituto d’imposta e versi la tassa di soggiorno incassata dai suoi ospiti, ma secondo diverse fasce, per classificazione degli appartamenti e dei giorni da “bollino nero” . Saltato un incontro in calendario, ora la società fa sapere che «non è stato ancora fissato l’incontro perché il Comune ci ha chiesto di tornare con una proposta concreta, per evitare di restare ognuno sulle proprie posizioni. Ci stiamo lavorando».
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