Venezia, cantieristica minore un aiuto dall’Europa per le barche in legno

Imminente “YouinHerit”, nuovo bando per avere contributi Rilancio possibile per centri come Giudecca e Certosa

VENEZIA. Un luce di speranza per il futuro della cantieristica. «YouinHerit», un progetto europeo che distribuisce fondi per incentivare le «professioni legate alle tradizioni del territorio» sta per essere avviato in questi giorni. Per Venezia ci sono opportunità importanti per sviluppare la scuola dei maestri d’ascia. Tradizione che va scomparendo, viva solo grazie agli sforzi di pochi. Così potrebbe presto acquistare nuova linfa l’attività del Centro della cantieristica minore alla Giudecca.

Un recupero avviato 23 anni fa, con la prima amministrazione Cacciari. 15 milioni di investimento messi dai soci privati, lavori di recupero durati anni. Adesso alla Giudecca lavorano 15 aziende. C’è il campione squerariol Gianfranco Vianello Crea. E anche i maestri d’ascia Roberto Dei Rossi e Dino Taglipietra, autori del recupero dei gondolini della Storica. Ma anche fabbri, motoristi, tappezzieri, indoradori, artigiani. Una realtà che cresce e vuole crescere ancora di più. La prima donna maestra d’ascia, Silvia Scaramuzza, che costruisce gondole sotto l’occhio vigile del maestro Crea. Giovani apprendisti che imparano il mestiere e costituiranno l’ossatura dei cantieri di domani. «Bisogna rispettare la tradizione, costruire le barche in legno», dice Crea «Niente aiuti dal Comune, ci siamo fatti da soli». Ma il Comune potrebbe dare lavoro. E attuare una politica fiscale di incentivi per chi sceglie di avere una imbarcazione in legno e non in plastica. La Giudecca ma anche la Certosa. Il polo nautico di “Vento di Venezia”, fondato da Alberto Sonino, cresciuto negli ultimi anni. Qui Silvia Scaramuzza, che è anche campionessa della Storica, ha imparato a costruire le barche. Qui si sono formati altri bravi maestri, come Matteo Tamassia, Fabio de Tosi e Dorin Pocinari.

Questi ultimi lavorano insieme ai tre fratelli buranelli Mario, Massimiliano e Michele Vidal. Che hanno rilanciato il cantiere. Dove fanno manutenzione di barche in legno e ne costruiscono di nuove. Una realtà in crescita, che ha trovato spazio nell’isola che adesso diventerà un parco urbano. Ma manterrà le sue caratteristiche di isola produttiva nel campo della nautica e di Marina. Come la Giudecca, dove accanto ai costruttori di gondole è attiva una darsena con rimessaggio da 35 posti barca. Insieme a una vetreria con esposizione. «Abbiamo cercato di conciliare le cose», dice Crea. Fiero di un’operazione che ha trasformato in pochi anni un luogo abbandonato - gli ex cantieri navali Cnomv della Giudecca - in un luogo produttivo.

Adesso con i contributi europei la scuola per maestri d’ascia potrebbe essere riaperta. In collaborazione con gli artigiani veneziani si potrebbe rilanciare l’arte di far barche e gondole. Facendo studiare gli allievi volonterosi che dovranno seguire le orme dei grandi maestri. Come Roberto Tramontin, erede della grande famiglia che costruisce gondole di pregio nello squero di Ognissanti a Dorsoduro. La produzione delle imbarcazioni più famose del mondo che oggi è limitato a pochi cantieri – Giudecca, San Trovaso e Tramontin – e che ha bisogno di nuove leve per non perdere la tradizione e la memoria.

Alberto Vitucci

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