Venezia, canoni d'affitto in crescita (+2,3%) nel 2015
VENEZIA. Canoni d'affitto in crescita (+2,3%) nel 2015 a Venezia dove gli inquilini cambiano casa spesso: resistono appena 22 mesi nello stesso appartamento, contro una media nazionale di 27,4 mesi. I dati emergono dal Rapporto sulle locazioni 2015 di Solo Affitti, franchising immobiliare specializzato nella locazione con 340 agenzie (40 in Spagna), elaborato con il supporto scientifico di Nomisma.
Solo ad Ancona, Cagliari e Campobasso (ogni 18 mesi ciascuno) e Aosta (21 mesi) i locatari restano meno tempo nello stesso immobile mentre a Trento e Palermo (48 mesi ciascuno), Napoli e Bari (36 mesi ciascuno) sono più "fedeli". Nel capoluogo veneto la crescita dei prezzi delle locazioni il risultato di un incremento dei canoni di quadri (+10,4%) e trilocali (+4,5%), e di un calo di bilo (-4,8%) e monolocali (-3,7%).
A livello nazionale i canoni d'affitto sono tornati a crescere dopo 5 anni di contrazione (+1,7% nel 2015), trainati soprattutto dai grossi incrementi registrati a Bologna (+11,6%), Perugia (+9%) e Bari (+8,5%), cos come a Napoli (+6,3%), Genova (+5,5%) e Catanzaro (+5,2%). In alcune piazze, tuttavia, è persistito il segno meno. A Palermo la contrazione pi consistente degli affitti: -7,7%. Seguono Potenza e Campobasso (-5% ciascuno), Roma (-2,2%), Trieste (-1,9%) e Trento (-1,2%).
Venezia è uno dei capoluoghi di regione pi costosi per gli affitti, con un esborso medio mensile di 566 euro, 50 euro in pi dei 516 della media italiana. Il canone di locazione sale a 621 euro (572 in Italia) per un appartamento dotato di garage e a 600 euro (558 in Italia) per uno arredato. Milano si conferma anche nel 2015 la città più cara per gli affitti (canone medio di 916 euro) superando Roma (809) di oltre un centinaio di euro. Seguono Firenze (645 euro), Bologna (568 euro) e Napoli (546 euro). Vivere in affitto costa meno che altrove a Potenza (379 euro), Campobasso (381 euro) e Perugia (396 euro).
A Venezia i contratti d'affitto più utilizzati sono quelli con canone concordato (45% dei casi), che precedono i liberi 4+4 (35%) e i transitori (20%), in linea con il trend nazionale.
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