Venezia, canali troppo rumorosi, è allarme per la salute
VENEZIA. Uno studio affidato all’Agenzia per l’ambiente del Veneto per trovare il modo di “silenziare” l’inquinamento acustico provocato nei rii veneziani, dal continuo passaggio di imbarcazioni - in particolare taxi - che in alcuni casi si trasforma in uno “strazio” per chi è costretto a sopportarlo tutto il giorno, divenendo persino pericoloso per la salute pubblica.
Un problema reale, tanto che l’amministrazione non esclude di intervenire con un “numero chiuso” per limitare il passaggio delle barche nei canali più trafficati, laddove i risultati delle indagini dell’Arpav dimostrassero che le lamentele dei cittadini sono fondate.
Così si legge nell’atto firmato dal dirigente della Mobilità Loris Sartori, che affida l’incarico ad Arpav, con una spesa di 12 mila euro.
La decisione di coinvolgere gli esperti d’ambiente della Regione Veneto in un’indagine specifica che punta a monitorare il rumore in sei canali della città, ma anche a porvi un limite, nasce infatti da alcune segnalazioni «pervenute al sindaco, che lamentano rischi per la salute dei residenti, relative all’inquinamento acustico provocato dal transito dei natanti in Rio Novo, soprattutto taxi acquei». Che fare?
L’atto affida all’Arpav il compito di fare delle misurazioni mirate dei livelli di inquinamento acustico in sei canali della città storica - partendo naturalmente da Rio Marin - con un conteggio aggiornato dei numero e dei tipi di imbarcazioni in transito. Obiettivo finale, quello di realizzare un modello del rumore prodotto dal traffico acqueo «per procedere ad effettuare simulazioni che permetteranno di verificare l’efficacia di eventuali attività di limitazione al traffico navale su determinati rii, per limitare l’inquinamento acquistico ove dovesse essere necessario o l’amministrazione lo ritenesse opportuno». Nel frattempo, mano al fonometro. (r.d.r.)
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