Venezia, campagna contro i lucchetti dell’amore
VENEZIA. Sarà anche la città più romantica del mondo ma Venezia non ce la fa più a reggere il “peso” dei lucchetti dell'amore, simbolo di un degrado che inceppa i fragili ingranaggi lagunari più del ferro arrugginito appeso ai ponti che solcano i canali. Nell'estate che ha visto turisti immortalati al chiar di luna a bagnarsi nudi nei canali, selfie di tintarelle adamitiche nei campielli, scorazzate in bicicletta alla faccia dei divieti o “ricordini” gastrici en plein air, la città lancia la crociata contro la ferraglia attaccata nei luoghi di maggior passaggio turistico. Non è la prima volta che Venezia tenta di liberarsi dai lucchetti, imitando Roma, Firenze, New York e Parigi. Ci provò già tre anni fa e in quella occasione fioccarono multe da 5 mila euro per i venditori e inesorabili cesoie per i tributi dell'amore. Oggi a lanciare la sfida è Alberto Toso Fei, scrittore e giornalista, conoscitore di Venezia e della sua storia, che con l'aiuto del fratello ha creato un logo per la sua battaglia, una cartolina con un lucchetto rosso a forma di cuore aperto e la scritta «Unlock Your Love». Una ribellione al malcostume e al sudiciume, ferraglia compresa, che parte proprio dai suoi abitanti, ma che dovrebbe coinvolgere anche i visitatori, stranieri compresi. Tutti sono chiamati da domani a domenica ad apporre uno dei 600 cartellini con tanto di nastro rosso sui lucchetti, emblema dell'anti bellezza che sta schiacciando la città. Toso Fei è certo che i veneziani non faranno mancare il loro apporto. «Lo faranno andando a scuola, al lavoro, andando a fare la spesa o a prendere l'aperitivo con gli amici - spiega mentre controlla la pagina Facebook #unlockyourlove creata per l'occasione -. Lo faranno per scoraggiare i visitatori del momento, ma anche per far sapere al mondo che vi sono cose, anche piccole, anche apparentemente insignificanti, che diventano offensive di una storia, di un luogo e di chi ci abita». Un degrado che sale, come la marea che impietosa in questi mesi vacanzieri ha inondato più e più volte Piazza San Marco, lasciando sui 'masegnì una scia di bottiglie di plastica e sporcizia. Quella che si sta chiudendo, per Toso Fei, è stata una estate horribilis, la cui fotografia più impietosa è stata forse, sottolinea, quella di «decine di bimbi lasciati a giocare dai genitori in mezzo all'acqua non certo pulita che la marea faceva salire».
L’iniziativa ha trovato il plauso e l’appoggio del commissario straordinario del comune di Venezia, Vittorio Zappalorto.
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