Sorpresi in tabaccheria con bancomat rubati, sigilli alla Bottega della pipa a San Salvador
L’operazione dei carabinieri a Venezia. Gli investigatori sospettano un giro poco chiaro tra borseggiatori professionisti che svuotano i portafogli dei turisti

La vetrina attira da sempre gli sguardi, chi non si ferma per la selezione di sigari di pregio lo fa per i modellini automobilistici di altissimo livello, e tra veri appassionati e semplici incuriositi infilarsi in calle del Lovo non è mai un movimento scontato. Lunedì, però, a occupare il passaggio c’erano cinque carabinieri in divisa e poi, per tutto il pomeriggio, un’altra categoria di curiosi, quelli attirati dalla saracinesca abbassata e dal cartello che parlava di locale posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria.
La Bottega della pipa, all’angolo di campo San Salvador, più che una tabaccheria è un’istituzione, meta di clienti affezionatissimi che non la scelgono solo per un pacchetto di sigarette o per sostituire l’accendino; le indagini dell’Arma avrebbero invece identificato una clientela ancora differente, quella dei borseggiatori che svuotano gli zaini dei turisti e che poi si affrettano a trasformare carte di credito e bancomat rubati in contanti o in altra merce spendibile, prima che intervenga il blocco da parte delle banche.
Due ladri, volti ben noti alle forze dell’ordine, con passaporto straniero ma parlata ormai italiana, lunedì sono stati sorpresi all’interno del negozio quando sono arrivate le divise, che li hanno seguiti fino alla cassa dopo una mattinata passata ad alleggerire i visitatori del centro storico: avevano in mano un mazzetto di tessere magnetiche ciascuno, tutte intestate a qualcuno di diverso.
Non è insolito che i tagliaborse si presentino a un punto vendita per usare le carte rubate, stando bene attenti a non superare la soglia di pagamento per cui è necessario il codice di sicurezza (gli sportelli automatici vengono usati quando, invece, i delinquenti riescono anche a intercettare il pin, magari spiato sopra la spalla durante l’acquisto di un ticket Actv alla biglietteria elettronica). Perché si decida di mettere sotto sigilli un esercizio commerciale colpevole di aver accettato la transazione, però, devono esserci motivi più radicati di un singolo episodio, tradendo quindi un lavoro di indagine che probabilmente ha impegnato i militari per lungo tempo.
La guerra delle forze dell’ordine contro i borseggiatori, d’altronde, non sembra conoscere tregua: sabato una banda di sei donne - molte minorenni, le altre incinta - ha tanto tormentato la zona di Santa Maria del Giglio da spingere i gondolieri dello stazio locale a mettersi di traverso, scacciandole a colpi di dirette social; le ladre non hanno gradito e si sono lanciate all’assalto del pontile, scagliando sedie e rompendo bottiglie, affrontando a muso duro i “pope” a forza di sputi e insulti e dileguandosi prima dell’arrivo dei poliziotti delle Volanti, che poi hanno raccolto i filmati della videosorveglianza dei dintorni per poterle identificare tutte.
Anche la polizia locale è sempre a caccia di tagliaborse: il nucleo anti-borseggi si muove in abiti civili tre le calli e i campielli, ogni fine settimana attraversa il centro storico in forze e anche durante i feriali è costantemente attivo.
Dall’inizio dell’anno gli agenti in borghese hanno bloccato e portato via 43 delinquenti: dieci si sono visti contestare il mancato rispetto di un foglio di via - riconoscerli non è difficile, ormai - i restanti 33 episodi corrispondono ad altrettanti furti sventati, gli ultimi sei solo la settimana scorsa.
Il conteggio è sui casi, non sugli individui, perché molto spesso si tratta sempre degli stessi personaggi, arrestati e poi rilasciati con una denuncia a piede libero; è così in particolare per i minorenni: ce ne sono otto ben schedati (due tra i sei fermati nei giorni scorsi), ma ognuno di loro ha già fatto dentro e fuori dal comando del Tronchetto più e più volte.
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