Casa, nel Veneziano si torna ad accendere mutui: +17% di richieste
Ufficio studi Cgia: «Segnali positivi, le famiglie investono dopo il rallentamento degli anni scorsi». L’importo medio richiesto per un mutuo in provincia di Venezia è stato pari a 130.252 euro
Le famiglie veneziane ricominciano a contrarre mutui sulla prima casa e a pensare al futuro, investendo, dunque, nel mattone. Segnali positivi, che potrebbero anche migliorare l’anno prossimo.
Secondo l’osservatorio congiunto Facile.it – Mutui.it, nei primi dieci mesi dell’anno l’importo medio richiesto per un mutuo in provincia di Venezia è stato pari a 130.252 euro, il terzo valore più alto rilevato in Veneto.
In crescita lievemente anche il valore medio dell’immobile, che ha raggiunto i 181.404 euro (+1%). Stabili, infine, l’età media del richiedente (37 anni) e la durata del piano di ammortamento (26 anni).
Finanziamenti in crescita
Nel periodo analizzato, la richiesta di finanziamenti è aumentata del 17% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tornano a crescere l’importo medio richiesto, che in Veneto sfiora 132.767 euro (+4%) e il peso percentuale delle richieste di surroga, passate dal 22% del 2023 al 31% del 2024.
Venezia, come detto, si piazza al terzo posto dopo Verona e Padova (130.252 euro).
Andrea Vavolo, dell’Ufficio studi Cgia di Mestre, inquadra il fenomeno, confermando i segnali positivi: «In Italia l’essere proprietari di una abitazione è ancora un valore, l’80 per cento delle famiglie ha case di proprietà e il 14 per cento della torta sono interessate dai mutui. L'incremento del 17 per cento rientra in quest’ottica, e si verifica perché le famiglie sono tornate a investire dopo il crollo del 2023 rispetto al 2022. Se guardiamo i mutui residenziali, l’aumento rispetto a tre anni fa è ancora maggiore. Quella cui assistiamo è una rimonta delle famiglie che volevano comperare e contrarre un mutuo ma non l’hanno fatto perché i tassi erano schizzati alle stelle, tanto da frenare il mercato, sulla scorta dell’aumento, a ruota, del costo del denaro per le banche».
Un periodo nero, che ha visto a cascata un ritocco all'insù dei tassi Bce. La svolta si è avuta a giugno 2024, quando la Banca centrale europea ha iniziato ad abbassare gli indici.
Il 18 dicembre entrerà in vigore il quarto taglio. Il tasso sui depositi scenderà al 3% e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15%, il tasso sui prestiti marginali si abbasserà fino al 3,40. La politica di riduzione dell’inflazione a livello centrale, inizia a farsi sentire a livello territoriale.
Più fiducia nel futuro
«Le famiglie hanno ricominciato a considerare l’idea di contrarre un muto e chi aveva un tasso più elevato ha cercato di rinegoziarlo».
Al netto delle incognite di incertezza causate dalla situazione geopolitica e dalla transizione energetica – aggiunge Cgia – la situazione è in miglioramento anche sulla scorta della nuova legge di bilancio, che conferma il fondo mutui prima casa e la garanzia all’80 per cento fino al 2027, allargando la piattaforma dei possibili pretendenti. Se ci si aggiunge la politica Bce in vista di un calo dei tassi, è facile poter dire che ci si aspetta una ripresa del mercato dei mutui.
Un appunto sui comuni capoluogo, come quello di Venezia, in cui pesa sul piatto la partita del turismo.
I prezzi delle abitazioni sono più elevati perché c’è maggiore richiesta. Se un terzo dei mutui circa viene contratto per scopi diversi da quello residenziale – vedi alla voce turistico commerciale – si scontano prezzi più elevati che potrebbero far propendere le famiglie per spostare l'acquisto nelle zone più periferiche e lontane dal centro città.
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