Venezia assediata da troppi turisti: «Subito il numero chiuso»
VENEZIA. I parcheggi di piazzale Roma e del Tronchetto solo per veneziani e turisti che pernottano nel centro storico, e una carta di credito spendibile a Venezia e valida esclusivamente per il giorno della visita. Inoltre, l’attuazione di azioni di compensazione, ovvero far pagare ai turisti, o alla popolazione che vive di turismo, i costi dei servizi pubblici offerti da Venezia. Una redistribuzione fiscale sui trasporti urbani, le tasse sui rifiuti, le concessioni comunali, il consumo di energia elettrica. E ancora: rendere il centro storico inaccessibile ai turisti non pernottanti. Come? Impedendo loro di parcheggiare a piazzale Roma o al Tronchetto se non a costi altissimi e istituendo un sistema di teleprenotazione delle visite. O addirittura introducendo l’uso di una Carta Venezia moneta, una carta di credito per fare acquisti in città solo nei giorni della visita.
È la ricetta per introdurre il controllo dei flussi turistici a Venezia con un mix di numero programmato e di ticket d’ingresso, e a proporla, già nel 1989, all’interno di una ricerca commissionata dal Comune e condotta dal Dipartimento di Scienze economiche dell’università di Ca’ Foscari in previsione della possibile Esposizione universale a Venezia (poi saltata), era stato allora, da economista del turismo, Paolo Costa, non ancora sindaco della città e non ancora - come oggi - presidente dell’Autorità Portuale di Venezia. Ma una ricetta sempre valida secondo lui, e da attuare con la massima urgenza, sposando in pieno, con qualche correttivo, la linea del sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, che propone l’introduzione di un ticket d’ingresso a Venezia da far pagare a chi non pernotta in città e ha più di 25 anni di età, accompagnandolo anche a un ingresso gratuito a un museo.
«Borletti-Buitoni ha ragione, partire subito». «Plaudo all’iniziativa del sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni», sottolinea Costa, «che ha il grande merito di rilanciare a livello nazionale un problema non più eludibile, quello del controllo dei flussi turistici a Venezia. Si è già perso ormai troppo tempo, se ne parla da anni e la situazione della presenza dei turisti giornalieri in città è ormai a livelli insostenibili. Sulle forme di controllo si può discutere, perché il solo ticket d’ingresso probabilmente non è sufficiente, serve arrivare anche a un numero programmato degli accessi ed è tecnicamente e giuridicamente possibile, perché le misure ipotizzate in quello studio del 1989 del dipartimento di Scienze economiche sono ancora attuali e anche ancora più facilmente realizzabili con le nuove tecnologie, i cellulari e i supporti informatici che consentono di raggiungere chiunque in tempo reale».
«Usare la leva giuridica e quella dei prezzi». Secondo Costa, il controllo dei flussi turistici in arrivo a Venezia «è possibile usando sia la leva giuridica, sia quella dei prezzi, con meccanismi di incentivazione e disincentivazione. Da sindaco di Venezia avevo già iniziato questo percorso, introducendo il ticket d’ingresso per i bus turistici e stavo per farlo anche per il traffico automobilistico, mentre per quello ferroviario il meccanismo di controllo è più complicato, ma attuabile. Non pensiamo però alla possibile introduzione di un ticket turistico d’ingresso a Venezia come misura per raccogliere i fondi per la sua conservazione, perché questa può essere una conseguenza, ma l’obiettivo primario da raggiungere deve essere appunto quello del controllo dei flussi, che fino ad oggi non esiste. Poi però bisogna anche trovare una nuova vocazione, oltre a quella turistica, per Venezia, iniziando a creare le condizioni per l’arrivo di imprese compatibili con la sua natura».
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