Venezia, arriva il bilancio di genere in Comune. Per una città a misura di donne
Uguaglianza, salari, valorizzazione del femminile nelle carriere: voto unanime in consiglio comunale su un emendamento al Dup 2022/2024 nato in commissione Pari opportunità e presentato da Giorgia Pea
VENEZIA. Una Venezia che persegue e raggiunge l’uguaglianza di genere, mettendo in campo iniziative per valorizzare il ruolo delle donne nella famiglia e nella società, dall’economia alla cultura. Con un emendamento al Documento unico di programmazione 2022-2024 presentato dall’avvocato Giorgia Pea, esponente della maggioranza di centrodestra, è arrivato il parere favorevole del consiglio comunale all’introduzione del bilancio di genere nell’agenda politica veneziana.
«Il bilancio di genere non è un bilancio fatto di numeri ma di politiche e azioni», precisa la consigliera fucsia che ha ottenuto l’approvazione all’unanimità durante il consiglio comunale di tre giorni per la votazione del bilancio di previsione. La città di Venezia, a dicembre 2020, contava 256.146 abitanti (78.387 residenti nel centro storico insulare e isole e 177.759 in terraferma). Le donne residenti sono oltre 134 mila.
Nelle due università della città (Ca’Foscari e Università Iuav) le laureate sono il 65% (dato del 2019); tra le matricole le donne sono il 62,3 per cento. Dagli anni Settanta la città ha visto, con le giunte di centrosinistra, una lunghissima tradizione di dibattito sulla città a misura delle donne, che valorizza «l’altra metà del cielo». Ora la questione della parità di genere, del gap salariale, delle opportunità femminili di arrivare al vertice di aziende e politica, entra a Ca’ Farsetti dalla porta principale, tra le azioni strategiche del Dup.
Il tema della parità di genere è oggi uno degli assi principali del Pnrr, varato dal governo Draghi. E quindi la politica, di qualsiasi colore, non può non impegnarsi su questo tema, evidente. È arrivata così l’approvazione all’unanimità per un progetto, nato dal dibattito nella commissione pari opportunità, presieduta dalla Pea, prima firmataria dell’emendamento di maggioranza che ha messo d’accordo anche la opposizione.
«L’obiettivo è di attuare politiche innovative che rientrano nella sezione strategica e che coinvolgeranno varie direzioni come la Coesione sociale, lo sviluppo e promozione della città, la tutela delle tradizioni, verde pubblico, la direzione Servizi istituzionali, lo sviluppo organizzativo, le risorse umane e sociali», ha spiegato la consigliera. Il lavoro da fare nei prossimi tre anni è tanto: strutturare iniziative, progetti ed eventi per valorizzare la uguaglianza di genere e le pari opportunità «affinché non rimangano lettera morta».
Dal 2015 la doppia preferenza ha aumentato la presenza femminile a Ca’ Farsetti. Nel nuovo consiglio comunale sono oggi 13 le donne consigliere. Le assessore nell’amministrazione Brugnaro sono scese a tre, dopo la morte di Silvana Tosi. Il suo referato alla Sicurezza per ora è tornato al sindaco in attesa di una nomina, prevista per gennaio. E la scelta dovrebbe cadere sempre su una donna, in quota Lega.
Tra le prime azioni del bilancio di genere, spiega la Pea, ci sarà un raffronto con le politiche di genere nelle altre città italiane, come Milano. La capogruppo Pd Monica Sambo sostiene l’iniziativa nonostante l’alto tasso polemico dell’ultimo consiglio del 2021. La consigliera spiega: «Sono felicissima dell’approvazione di una iniziativa a cui lavoravo da anni ma che non ha mai trovato il sostegno dell’amministrazione», dice.
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