Anziana e malata rischia lo sfratto a causa di un cavillo
La donna, 88 anni, quattro gravi patologie, abitava con lo zio. Ha partecipato al bando Erp, ma poi è finita in ospedale

Ha 88 anni, quattro diverse patologie, di cui una oncologica e un’altra rarissima. Di fatto, a breve non camminerà più, le sue ossa a malapena in grado di sostenerla, ormai. Invece, se non cambia qualcosa, a breve dovrà affrontare addirittura un trasloco.
La vicenda che vede protagonista un’anziana lidense è una storia di coincidenze sfortunate e di burocrazia cieca, che ora rischia di tradursi in un vero dramma. La donna per anni ha vissuto assieme allo zio, dividendo con lui l’appartamento Ater di cui l’uomo era assegnatario; formalmente, lei era ospite del parente – l’unico che le è rimasto nel Veneziano – e nessuno le aveva mai specificato la necessità di stabilizzare questa condizione andando a comunicare all’agenzia regionale l’ampliamento del nucleo famigliare, così da evitare qualsiasi tipo di problema.
Sette anni fa la questione è diventata impellente: lo zio dell’anziana è morto e, senza più la sua assegnazione, la donna è di fatto diventata un’occupante abusiva della casa in cui avrebbe avuto diritto a restare. La donna ha chiesto aiuto all’Unione inquilini, che subito si è mossa per intercettare a suo nome il bando Erp del 2019 (il precedente era del 2010): con le sue patologie – e il suo Isee basso – l’anziana è immediatamente entrata in graduatoria, peccato che tutte le procedure, quell’anno, si sono poi arenate per colpa della pandemia, che ha rallentato di mesi le assegnazioni.
Anche in questo caso, poi, alle difficoltà burocratiche si è aggiunta la sfortuna: quando è stato il momento di formalizzare il passaggio alla nuova residenza la signora si è ritrovata ricoverata all’ospedale Civile; impossibile, quindi, farle firmare documenti e carte.
La legge, però, non ammette ritardi da parte degli assegnatari e, così, quel treno è passato senza una conclusione positiva, il suo posto è stato dato ad altri.
Oggi l’88enne “occupa” ancora lo stesso appartamento al Lido – le virgolette sono d’obbligo perché paga regolarmente l’affitto, che finché è calmierato dal pubblico è ancora alla sua portata: 200 euro al mese (invece dei 50 a cui avrebbe diritto), ma oltre questa cifra la donna non sarebbe più in grado di comprare le medicine che le sono essenziali, vista la sua condizione medica.
Il 4 dicembre scorso Ater però è tornata alla carica: l’agenzia ha aspettato e ha compreso, ma le procedure non si fermano e ora siamo agli sgoccioli dei tempi supplementari, con le multe accumulate da novembre e la minaccia di un’imminente procedura di sgombero forzata.
«La signora non è più in grado di affrontare un trasferimento, anche assegnandole un nuovo alloggio, oggi le sue condizioni sanitarie non le permettono più di spostarsi», insiste Matelda Bottoni, dell’Unione inquilini, «Le graduatorie le hanno riconosciuto il diritto all’alloggio pubblico, possibile che non ci sia modo, allora, di lasciarla dove si trova? ».
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