Venezia al collasso
VENEZIA. Venezia potrebbe sopportare al massimo 52 mila visitatori al giorno ma ne arrivano attualmente 77 mila, per un totale annuo di circa 28 milioni di turisti, contro i 19 milioni che sarebbero invece tollerabili.
Sono le stime aggiornate della «capacità di carico» della città storica illustrate ieri nella sede di Economia di San Giobbe dalla squadra di matematici e economisti di Ca’ Foscari, Nicola Camatti, Silvio Giove e Dario Bertocchi, coordinati dal professor Jan Van Der Borg, docente di Economia del Turismo dell’ateneo veneziano che da anni studi il problema dei flussi.
Calcoli ricavati in base a un algoritmo che prende in esame fattori come l’accoglienza, la ristorazione - calcolati circa 800 esercizi attualmente presenti in centro storico - il trasporto pubblico, la cultura, i rifiuti, i parcheggi e altre tipologie legate al turismo, compresa anche la capacità massima di accoglienza di Piazza San Marco - dove tutti i turisti vogliono andare - e che aggiornano l’unico studio effettivo svolto in precedenza che risale addirittura al 1988, predisposto in base a dati raccolti sul campo dal professor Paolo Costa e dall’ingegner Elio Canestrelli e che vedeva limiti ben più bassi, in una città ancora non trasformata dal turismo: 20.800 presenze giornaliere contro le 52 mila considerate appunto oggi come ammissibili e circa 8 milioni all’anno contro i 19 milioni di tolleranza considerati dal nuovo studio, visto l’aumento dei posti-letto, dei trasporti e di servizi nel frattempo tutti orientati alla domanda turistica.
Ma una cosa è certa: che arrivano ogni oltre 20 mila turisti in più di quelli che la città potrebbe sopportare e che, soprattutto, nei prossimi dieci anni, in base alle stime, assisteremo a una crescita esponenziale di questi numeri, in assenza di serie misure di controllo dei flussi in arrivo.
Dei 52 mila turisti giornalieri ammissibili secondo lo studio del «pool» di Van Borg, 15.500 (il 30 per cento)sarebbe ospitato in albergo, 22 mila (il 42 per cento) in strutture extralberghiere e alloggi turistici, e solo 14.600 sarebbero escursionisti (il 28 per cento).
E proprio quest’ultimo è il dato più “sballato” rispetto alle stime attuali che parlano invece di 57.500 escursionisti al giorno. Sono questi il vero problema. Per quanto riguarda poi invece il sistema di accoglienza, secondo le stime dello studio - finanziato all’interno del progetto europeo Alter Eco, dedicato proprio allo studio dello sviluppo sostenibili del turismo in città del Mediterraneo - il 65 per cento dei posti-letto riguarda strutture alberghiere e extralberghiere e il 35 per cento alloggi turistici legati soprattutto al circuito di Airbnb. Che sta vertiginosamente crescendo a Venezia e che con oltre 4 mila posti-letto ha già superato le strutture ricettive extralberghiere, come bed & breakfast e locande.
Identificata, ma sono in corso anche ulteriori aggiornamenti, anche la capacità di spesa dei turisti e dei visitatori di Venezia, che attualmente vede i turisti alberghieri spendere circa 210 euro al giorno, quelli extralberghiere circa 180 euro e i visitatori invece, identificati con gli escursionisti, circa 60 euro al giorno. È significativamente cresciuta rispetto allo studio precedente di Costa e Canestrelli in particolare la spesa giornaliera dei turisti extralberghieri, ma la cosa si spiega anche in parte con il fatto che chi soggiorna in alloggi turistici spende evidentemente di più anche per cucinare. Non insignificante comunque anche la spesa degli escursionisti, appesantita anche dai costi dei trasporti acquei, che, come è stato sottolineato anche ieri, sono circa sette volte più alti di quelli dei veneziani. Uno dei problemi - come ha sottolineato Paolo Costa, che ha svolto l’ ntervento introduttivo - è anche quello del diverso comportamento dei turisti che arrivano a Venezia nella fruizione dei beni culturali.
«Molti si accontentano di ammirare la città con il naso all’insù - ha spiegato Costa - visto che ad esempio a Firenze il 45 per cento dei turisti che arrivano visitano la Galleria degli Uffizi, mentre a Venezia solo il 10 per cento visita il suo monumento omologo, Palazzo Ducale». Un fattore che riguarda quindi anche la qualità dei turistio che sbarcano a Venezia, con la prevalenza netta degli escursionisti. Proprio quelli da ridurre.
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