Venezia, agente fuori servizio ferma il ladro

Turista derubato chiede aiuto, una guardia penitenziaria rincorre il responsabile e lo fa arrestare
L'inseguimento è avvenuto in Rio Terà dei Pensieri
L'inseguimento è avvenuto in Rio Terà dei Pensieri

VENEZIA. Una disattenzione - aver lasciato inavvertitamente il portafogli sul tavolo del ristorante dove stava pranzando con vista sul Rio Novo - che sarebbe potuta costargli molto cara se non fosse stato per la prontezza di riflessi di un agente della polizia penitenziaria fuori servizio che si è messo all’inseguimento del ladro fino a fermarlo. È successo lunedì, protagonisti un bassanese trentenne in visita a Venezia - il derubato - un italomarocchino di 24 anni residente a Morgano, nel Trevigiano - il ladro - e la guardia penitenziaria che aveva appena finito il turno nel vicino carcere di Santa Maria Maggiore.

Al trentenne B.L. non era sfuggito quel portafogli sul tavolo, con il suo proprietario distratto dal pranzo all’Hostaria Venexiana in Fondamenta Rio Novo. Il bassanese era seduto sui tavolini all’esterno quando il giovane ladro gli ha preso il portafogli e si è dato alla fuga. L’uomo non ha perso tempo e si è messo a rincorrere il ventiquattrenne, urlando per attirare l’attenzione dei passanti. Di tutta risposta, il ladro ha cercato di spintonarlo. Le richieste di aiuto per bloccare la corsa del ladro non sono sfuggite a un assistente capo della polizia penitenziaria, libero dal servizio, che ha intercettato il fuggitivo lungo Rio Terà dei Pensieri. Il ventiquatttrenne è stato immobilizzato dall’agente, con l’aiuto anche di un altro cittadino, fino all’arrivo della volante lagunare che nel frattempo era stata allertata. Il ladro ha cercato di divincolarsi, senza riuscire però a liberarsi.

Nel corso della perquisizione, nello zainetto dell’italomarocchino è stato trovato un coltello a serramanico della lunghezza di 15 centimetri, con 7 centimetri di lama. Un’arma, questa, che non può essere portata fuori casa senza giustificato motivo. E il ventiquattenne di motivi certo non ne aveva.

I poliziotti hanno proceduto all’arresto per rapina, su disposizione della pubblico ministero Carlotta Franceschetti, e alla denuncia per il possesso ingiustificato del coltello. Ieri mattina, davanti alla giudice monocratica Michela Rizzi, è stato celebrato il processo per direttissima. L’arresto dell’italomarocchino è stato convalidato, dopodiché l’avvocato ha chiesto i termini a difesa. L’udienza è stata aggiornata al 14 settembre, nel frattempo al ventiquattrenne è stato imposto l’obbligo di firma nella caserma dei carabinieri di Istrana.

Rubina Bon
 

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