Venezia a rischio crociere ma continuano a crescere
Per il World Monuments Fund l’impatto delle grandi navi da crociera su una città fragile come Venezia è il motivo principale, insieme all’aggressione turistica, per collocarla tra i 67 siti storici e archeologici a livello mondiale a rischio per la loro conservazione, ma intanto il traffico crocieristico in laguna, continua, imperterrito, ad aumentare. Le stime per il 2013 rese note infatti a Livorno in occasione della presentazione dell’Italian Cruise Day dicono che lo scalo crocieristico veneziano vedrà salire i suoi passeggeri a circa un milione e 800 mila, con un aumento del 3,3 per cento rispetto al 2012, anche se il numero delle toccate navi, 548, sarà in diminuzione del 3,7 per cento rispetto allo scorso anno. Un dato che si spiega sia con la chiusura per gli ultimi due mesi veneziani del porto crocieristico di Venezia per via dei lavori del Mose in bocca di porto, sia, probabilmente, con le dimensioni sempre maggiori delle navi da crociera. Venezia a livello italiano come scalo crocieristico si piazza al secondo posto in Italia, preceduta da Civitavecchia, che quest’anno toccherà circa i 2 milioni e mezzo di passeggeri, con un aumento di oltre il 4 per cento rispetto allo scorso anno. E la crescita per Venezia - almeno nelle previsioni - sembra destinata a continuare anche il prossimo anno visto che la Royal Caribbean - uno dei colossi del settore - ha appena annunciato che chiuderà la sua presenza italiana nei porti di Napoli, Genova e Messina, per concentrarla tutta su Roma e Venezia, per incentivare mercati fondamentali come quello americano e inglese, che si imbarcano prevalentemente da questi due porti in cui saranno posizionati tutti i brand Royal. Per il prossimo anno, quindi, ci saranno sei navi posizionate in Italia dal colosso crocieristico di cui due della classe Celebrity, una a Venezia e una a Roma. Ma intanto su Venezia come città a rischio denunciata dal World Monuments Fund specie per il problema grandi navi, prende posizioni un assessore radicalmente contrario al mantenimento dei “grattacieli” galleggianti in Bacino di San Marco come quello all’Ambiente Gianfranco Bettin. «Sono un po’ sorpreso dalla decisione di un organismo importante come il World Monuments Fund - commenta - perché tutti sanno come la penso sul problema delle grandi navi, ma considerare questo il rischio principale della città, rispetto al moto ondoso prodotto ovunque all’interno di essa e all’assenza di manutenzione e al degrado legata alla mancanza di fondi della Legge Speciale, mi sembra francamente un po’ eccessivo. Evidentemente però per l’opinione pubblica internazionale il passaggio delle grandi navi di fronte a San Marco ha un grande potere evocativo rispetto alla difesa dell’integrità di Venezia, un po’ come accaduto all’indomani del concerto dei Pink Floyd in Piazza San Marco. Credo che comunque questa mobilitazione e questa pressione internazionale servirà a spingere il Governo ad adottare decisioni rapide per l’estromissione delle grandi navi dal Bacino, che sia l’adozione del numero chiuso o il trasferimento di parti di esse a Marghera. Quello che però la città e il Comune non hanno ancora fatto a sufficienza, è convogliare questa grande attenzione internazionale verso Venezia sui problemi più gravi per la sopravvivenza della città, chiedendo un appoggio concreto, visto che quello dello Stato italiano è purtroppo debole e intermittente».
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