Venezia, a 3 anni dalla morte del turista tedesco è ancora "Traffico-caos"
Quel tragico 17 agosto 2013 si erano ritrovati a manovrare in poche decine di metri - davanti al Ponte di Rialto - tre vaporetti, un taxi, due gondole, quando alle 11.30 un battello in retromarcia, per scansarne un altro, travolse e uccise il turista tedesco Joachim Vogel, che si trovava con la famiglia a bordo di una gondola. Da allora, ci sono state le quattro condanne per i piloti Actv e il tassista coinvolti nell’incidente, mentre la Procura ha sollecitato negli anni più volte il Comune di Venezia ad intervenire con misure concrete su un traffico “impazzito”: i consulenti dei pm Terzo e Franceschetti hanno, infatti, studiato il traffico in Canal Grande, giudicandolo insostenibile e indicando come necessaria una riduzione del 60%. Cosa è stato fatto?
«Nulla, se possibile è anche peggio di allora, con l’arrivo in laguna dei mezzi rossi turistici e con i turisti che aumentano sempre più, rendendo il servizio sempre più caotico», dicono a una voce Marino Deterlizzi della Cisl Fit e Nevio Oselladore, presidente del comitato lavoratori Actv e membro del Sgb. Due fronti sindacali ben distanti tra loro, ma con un comune giudizio molto negativo sullo stato delle cose.
«Niente, a Venezia non è cambiato niente, perché qui comanda il Dio denaro e dei famosi 27 punti predisposti per affrontare l’emergenza, poco o nulla è stato fatto: né dalla giunta Orsoni, né dal commissario Zappalorto e neanche dalla giunta Brugnaro», incalza Nevio Oselladore, «il traffico è cresciuto ancora. L’unico intervento fatto è stato quello di togliere un battello all’ora sulla Linea 1 e sulla linea 2, portandole a 12 minuti, rendendo ancora più caotico il servizio a bordo e dovendo ricorrere a continui bis. E anche le due ordinanze fatte sono più pericolose che altro: il divieto per i battelli di incrociarsi sotto il Ponte di Rialto crea spesso più pericolo del transito stesso - con i mezzi costretti a frenare e lo scarroccio che ne deriva - e l’ordine di ormeggiare in marcia indietro a San Zaccaria e Rialto, per evitare di far scia alle gondole, non fa che aumentare il rischio di collisioni: in marcia avanti, si parte e via; in marcia indietro, almeno 2-3 metri si fanno e non si vedono le gondole che passano dietro. Il sindaco, poi, parla sempre di sicurezza, ma i controlli in Canal Grande restano scarsi. Per fortuna abbiamo una buona stella».
«Non è cambiato niente neanche in rio di Cannaregio: non passa giorno che i nostri piloti non avvertano la centrale», commenta Marino Deterlizzi della Cisl trasporti. «C’è il traffico, ci sono le barche ormeggiate in doppia fila; Alilaguna continua ad approdare ai pontili Actv; servirebbero più controlli da parte dei vigili, che non ci sono; la commistione tra approdi e stazi delle gondole resta gravissima a San Zaccaria, come a Rialto. Il sindaco non ha più convocato il tavolo tecnico su questi temi».
«Senza contare che la tensione a bordo è sempre alta con i passeggeri, anche per gli “ attacchi di panico” alla vista di stranieri di origine araba che magari vestono abiti tradizionali», conclude Deterlizzi. «Su un ferry, nei giorni scorsi viaggiavano tre persone “sospette” e tutti i passeggeri hanno lasciato il ponte vuoto. Bisogna fare corsi di formazione al personale e concordare con le forze dell’ordine un codice radio che non scateni il panico a bordo, ma possa segnalare situazioni sospette».
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