Venezia 75, Dafoe intenso Van Gogh e l'armadillo di Zerocalcare

In concorso il poetico film di Schnabel sull'artista; a Orizzonti debutta "La profezia dell'armadillo" di Emanuele Scaringi tratto da una graphic novel dell'autore 
Willem Defoe un intenso e disperato Vincent Van Gogh
Willem Defoe un intenso e disperato Vincent Van Gogh

'At Eternity's Gate', Julian Schnabel dirige Willem Dafoe in Van Gogh

VENEZIA. Intenso e poetico, si candida a essere una prova d'attore da premio, quella di Willem Dafoe nei panni di Vincent Van Gogh in "At eternity's gate" di Julian Schnabel, lunedì in concorso alla alla Mostra del Cinema di Venezia.

Willem Defoe un intenso e disperato Vincent Van Gogh
Willem Defoe un intenso e disperato Vincent Van Gogh

Nel film vengono raccontati gli anni trascorsi nel sud della Francia, ad Arles, da Van Gogh, il suo complicato rapporto con Paul Gauguin, quello straordinario con il fratello Theo, la dipendenza dall'assenzio e, ovviamente, le sue ripetute permanenze in manicomio a cui si adattava di buon grado.

E ancora, in tutto il film, la sua dannata esigenza di dipingere sempre, comunque e nonostante tutto («é il mio modo di non pensare»). Ma di una cosa il regista che torna alla regia a otto anni da Miral è certo:«Van Gogh, come si legge nelle sue lettere, era lucido, consapevole del suo valore e forse, come si vede in uno dei tanti dialoghi del film, si identificava davvero in Gesù. Ma ci tenevo anche molto a rappresentare la sua paura di impazzire, di essere sempre ai confini della sanità mentale».

Dello stesso parere un Willem Dafoe che, con la sua interpretazione potrebbe aspirare ad essere nelle rosa degli attori candidabili alla Coppa Volpi:«Van Gogh era lucido, consapevole, e non solo un genio pieno di tormento. Voleva poi farsi prete e questo è certo. Come è vero - aggiunge l'attore - che per lui la Bibbia era il libro più bello in assoluto e che Van Gogh considerava Gesù un pazzo proprio come lui». Per entrare nel personaggio aggiunge:«Ho dovuto imparare a dipingere, era davvero necessario. In questo ovviamente mi ha aiutato Schnabel e solo allora ho capito meglio quello che avrei dovuto fare». Frase cult del film quella che lo stesso artista dice a un prete (Mads Mikkelsen) in manicomio quando gli chiede se è davvero certo del suo valore artistico:«Anche Gesù è stato riconosciuto davvero a venti, trenta anni dalla sua morte». Nel cast del film, in sala il 3 gennaio distribuito da Lucky Red, anche: Oscar Isaac, Rupert Friend, Niels Arestrup, Stella Schnabel e Mathieu Amalric. 

«Tutto quello che volevo dire sulla pittura, l'ho detto in questo film e molte cose le ho dette per voce di Van Gogh - spiega il regista oggi al Lido Willem Dafoe nei panni di Van Gogh in "At Eternity's Gate" di Julian Schnabel - tenendo conto che ognuno di noi ha la sua personale visione di quest'artista»

A Orizzonti debutta "La profezia dell'armadillo" di Emanuele Scaringi, adattamento della graphic novel autobiografica cult  di Zerocalcare. Tra gli eventi per il cinema italiano in quest'edizione della Mostra del Cinema di Venezia: Zerocalcare, all'anagrafe Michele Rech, che ha anche cofirmato la sceneggiatura. Il fumettista è stato al Lido negli ultimi giorni disegnando recensioni per Best Movie, e fermandosi spesso a parlare con i tanti fans che lo riconoscevano per strada, ma è ripartito prima della proiezione ufficiale del film.

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Nel cast Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto, Laura Morante, Claudia Pandolfi, Diana del Bufalo, Sofia Staderini e Adriano Panatta in un cameo. «Michele ha scritto delle tavole a fumetti (pubblicate sul suo blog, ndr) qualche settimana fa in cui racconta la sua posizione rispetto al film. Non si è allontanato - assicura il produttore Domenico Procacci - solo che non vuole essere coinvolto in quella che potrebbe sembrare un'autopromozione. L'ansia che vedete nel suo personaggio (interpretato con convinzione da Liberati) è reale». Ma il film gli è piaciuto? «Ci sta pensando - risponde Scaringi - Lui ha collaborato a molti aspetti, oltre a firmare la sceneggiatura (con Oscar Glioti, Valerio Mastandrea, Johnny Palomba), anche i poster nella stanza della protagonista sono originali, ma non è facile veder rappresentare la propria vita. Abbiamo cercato di essere il più fedeli possibile ma il film è autonomo. Non racconta la vita vera di Michele Rech, come anche il fumetto ne è una rilettura».

Anche Adriano Panatta tra gli interpreti de "La profezia dell'armadillo"
Anche Adriano Panatta tra gli interpreti de "La profezia dell'armadillo"

Punto sottolineato anche da Zerocalcare: «Il film giustamente ha reinterpretato la sceneggiatura alla quale ho collaborato - ha scritto Zerocalcare nelle tavole - è realizzato da tante capocce con una visione propria di quella storia, che non è necessariamente uguale alla mia. Ma è normale, eh, sennò lo facevo io». E Procacci ricorda che nelle intenzioni di Zerocalcare, c'è adesso «imparare a lavorare in animazione».

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La versione di Scaringi comunque diverte e commuove, nel mettere in scena la vita di Zero, ventisettenne che vive nel quartiere periferico di Rebibbia, a Roma. È un disegnatore ma si mantiene con lavori precari, dal dare ripetizioni a controllare i tempi dei check-in agli aeroporti. Le sue giornate le passa con l'amico d'infanzia Secco, interpretato da Castellitto, bravissimo, come Aprea, che si è calato nel ruolo del personalissimo Grillo Parlante di Zero (ovviamente lo vede e sente solo lui), un armadillo antropomorfo, che segue il suo protetto dappertutto e non gliene fa passare una. Per Zero difficoltà quotidiane a parte, arriva un altro brutto colpo: l'improvvisa morte di un'amica francese, Camille (Sofia Staderini), ex compagna di scuola, che era stata un amore adolescenziale non dichiarato. «Da amante di Asterix so quanto ci si leghi ai fumetti - dice Aprea - Ancora mi ricordo quanto mi arrabbiai per la scelta della voce di Asterix nei film su di lui». L'attore si augura «di non aver tradito l'immaginazione dei lettori, e spero - scherza - di non fare la fine dell'attore che ha interpretato in Star Wars Jar Jar Binks, che ha detto di aver pensato al suicidio per tutte le minacce di morte e insulti che gli sono arrivati da chi non aveva amato il suo personaggio». Tra le chicche del film anche il cameo di Panatta: «Non sapevo niente della storia, mi hanno mandato il copione, e la scena l'ho fatta un pò mia, ho fatto sostanzialmente me stesso. Speriamo sia venuta bene».

In gara anche "Sunset", attesa opera seconda di Laszlo Nemes dopo l'exploit del suo primo film. Il presidente contadino Pepe Mujica non mancherà alla proiezione del documentario che gli ha dedicato Emir Kusturica, fuori concorso(Ansa)

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