Venezia 1966: aqua granda tra memoria e appelli
VENEZIA. L’economia, il restauro e gli aspetti idraulici e idrogeologici legati anche all’entrata in funzione del Mose. Saranno questi i temi principali su cui saranno incentrate le celebrazioni dai cinquant'anni dell'alluvione del 4 novembre del 1966, che partiranno già a ottobre e il coordinamento da parte del Comune è stato affidato al professor Amerigo Restucci, storico dell’architettura già rettore dell’Iuav, che collabora anche con il Comitato costituito anche dal Comune di Firenze per l’analoga calamità naturale che colpì anche il capoluogo toscano.
Proprio da lui è partito l’impulso che ha portato anche a Venezia alla costituzione di un tavolo tecnico - e successivamente di un comitato d’onore - che si è già riunito con il sindaco Luigi Brugnaro, per studiare il programma delle iniziative, in via di elaborazione.
«Il sindaco vuole che la circostanza sia anche l’occasione per sottolineare l’esigenza del rifinanziamento della Legge speciale per Venezia» sottolinea Restucci «a cinquant’anni dall’alluvione e sarà proprio quello economico il tema di apertura nel convegno che si aprirà a Palazzo Ducale, con l’intervento tra l’altro di un famoso economista che tratteggerà il quadro della situazione».
Gli aspetti che riguardano invece i progressi nel campo del restauro in questo periodo saranno invece affidati all’organizzazione della Biennale in un incontro a Ca’ Giustinian, mentre il tema idraulico e del funzionamento del Mose saranno invece affrontati in un altro incontro, forse organizzato all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. Ma anche la problematica delle trasformazioni del territorio in questi cinquant’anni saranno affrontate nel programma delle celebrazioni, a cui parteciperanno numerose istituzioni cittadine».
La giornata del 4 novembre vedrà anche la celebrazione di una messa solenne nella Basilica di San Marco officiata dal Patriarca Francesco Moraglia.
Il Teatro La Fenice nella stessa giornata aprirà la sua stagione lirica con “Aquagranda”, opera commissionata a Filippo Perocco dal romanzo di Roberto Bianchin - dedicato proprio all’alluvione del ’66 - con la regia di Damiano Michieletto. La Fondazione Querini Stampalia invece ospiterà nel suo Auditorium per due giorni le testimonianze spontanee di veneziani che vissero quella terribile giornata.
All’insediamento del tavolo tecnico istituito per proporre un comitato d’onore e anticipare le attività sul territorio metropolitano, hanno partecipato il presidente della Biennale Paolo Baratta, il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi, la presidente del Fai Francesca Barbini, la soprintendente Emanuela Carpani, il sovrintendente della Fenice Cristiano Chiarot, il presidente della Querini Marino Cortese, il direttore di Rai Regione Giovanni De Luca, il rettore Iuav Alberto Ferlenga, la presidente dei Musei civici Mariacristina Gribaudi, il direttore della Marciana Maurizio Messina, don Dino Pistolato del Patriarcato, Amerigo Restucci (coordinatore delle attività), il direttore dell’Archivio di Stato Raffaele Santoro e Anna Luiza Thompson-Flores, direttore ufficio Unesco regionale.
Ma ci saranno anche l’Unesco e i Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia che testimonieranno gli oltre mille interventi di restauro compiuti sul patrimonio artistico veneziano in questi cinquant’anni. Aderiscono all’iniziativa insieme al Fai le associazioni Piazza San Marco e “We are here Venice”. Partecipa con l’Archivio di Stato, Italia Nostra, sezione di Venezia.
L’Archivio di Stato in particolare proporrà nel Salone sansoviniano della Biblioteca Marciana una mostra storica con documenti e altri materiali originali che si riferiscono proprio alla grande acqua alta del 4 novembre 1966, attingendo agli archivi della Prefettura e della Questura di quegli anni, con fonogrammi sulla situazione e altri atti ufficiali.
Il programma complessivo della commemorazione è comunque ancora in fase di elaborazione e destinato ad arricchirsi di nuovi contributi.
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