Veneto orientale, fa sesso virtuale sul web: lo ricattano con il video

Il fratello della vittima ha subito chiesto aiuto a un avvocato e a un investigatore. Il legale ha avvertito la Polizia postale: «È un chiaro tentativo di estorsione»

SAN DONA'. Incastrato da un video hard ora denuncia una donna per estorsione. L’accusa è la più infamante, quella di pedofilia in rete. Un 30enne residente nel Veneto Orientale, oltretutto con problemi e disagio mentale, è stato accusato da una donna di aver fatto sesso virtuale con una ragazzina di 12 anni in rete attraverso la webcam. Un episodio molto oscuro che coinvolge Internet e chi la frequenta abitualmente con la rete di amici e contatti che in modo virale poi diffondono messaggi e video.

SAN DONA'. È accaduto in questi giorni in una cittadina del Veneto Orientale. Il video registrato è stato già caricato parzialmente nel circuito di Youtube, con la minaccia di diffondere anche le parti più scabrose se non fossero stati versati in un conto corrente prima 800 euro e poi altri 1800.

Il video è stato inviato dunque ai profili Facebook dei familiari più stretti del 30enne e poi agli altri amici. I familiari non ci hanno pensato due volte, conoscendo i problemi del 30enne, e si sono rivolti immediatamente a un legale, l’avvocato Daniele Toffanin del foro di Treviso, quindi all’investigatore privato Giulio Vasta per cercare di risalire a chi c’è dietro a questa organizzazione che sarà denunciata ora per estorsione o tentata estorsione. Informata anche la Polizia postale e le forze dell’ordine di quanto accaduto.

Sembra che l’uomo sia stato contattato attraverso i social in rete, che ancora una volta si rivelano pieni di insidie, sedotto e convinto dalle forme discinte di una ragazza attraverso una webcam a scambiarsi immagini pornografiche fino a consumare atti sessuali in modo virtuale. Poi la minaccia di inviare tutto il materiale registrato perché la donna in questione sarebbe in realtà una ragazzina di 12 anni.

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In rete sono comparsi già frammenti di video poi diffusi tra tutti i contatti su Fb. Una valanga che in pochi minuti si è abbattuta sul trentenne il quale non sapeva più che cosa fare e ha chiesto aiuto al fratello.

«Siamo di fronte a un tentativo di estorsione purtroppo molto diffuso», spiega l’avvocato Toffanin, contattato dai familiari per una tutela legale e per denunciare i responsabili, «Dietro ci sono organizzazioni ben radicate che cercano di estorcere il denaro a chi si lascia convincere e poi viene accusato delle pratiche più abiette. In questo caso hanno trovato anche un uomo con problemi, seguito da un amministratore di sostegno. Li attirano con proposte pornografiche e poi denunciano il fatto che nel compiere questi atti sessuali virtuali fossero coinvolte delle minorenni, accusando quindi di pedofilia i malcapitati».

 

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