Veneto Banca, denunce per tutti

San Donà. L’avvocato Pavanetto (Adusbef): «Responsabili non solo i vertici ma anche i direttori locali»
Di Giovanni Cagnassi

Scandalo Veneto Banca, l’associazione consumatori denuncia l’ex Cda, l’ex collegio sindacale, funzionari e consulenti per i raggiri ai danni dei correntisti. Dopo l’arresto dell’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, tanti cittadini sandonatesi, di Jesolo e del Veneto Orientale che hanno acquistato le azioni della banca sono sul piede di guerra e si sono rivolti all’Adusbef con l’avvocato Luca Pavanetto.

Solo tra San Donà e Jesolo sono 150. «Nella la zona di San Donà e verso il Trevigiano ho ricevuto e ricevo continue segnalazioni da parte di azionisti di Veneto Banca», dice il legale Luca Pavanetto, «se consideriamo anche le altre Regioni ed il caso della Popolare Vicenza, il numero arriva a più di quattrocento casi che stiamo seguendo. Ritengo l’arresto dell’ex amministratore Vincenzo Consoli un segnale importante per tutti gli azionisti che hanno visto volatizzarsi i risparmi di tutta una vita. Ma non è finita qui. Tutti hanno contribuito e hanno avuto il loro ruolo nel "sistema azioni" siano essi l’ex Cda, l’ex collegio sindacale ma i anche i singoli funzionari delle filiali. Appare ora francamente difficile che si possa parlare per alcuni di una sola connivenza anche se si tratta dei semplici direttori di filiale che hanno comunque dolosamente concesso il credito, venduto le azioni ed immesso nel mercato le obbligazioni».

Una chiamata in correo che arriva nel profondo del sistema bancario fino ai singoli uffici. «Quando Veneto Banca e Popolare Vicenza», ricorda il legale, « hanno venduto ai loro clienti le azioni, il cui valore era una mera invenzione e un artificio contabile, sapevano di operare in mala fede perché le azioni sono illiquide e le leggi del mercato le facevano proprio quelli che proponevano tali operazioni illecite. Un funzionario trasparente avrebbe dovuto spiegare all’ignaro cliente che le azioni non si sarebbero potute rivendere se non con diffocoltà enormi e che il valore delle stesse non era per nulla sicuro ed avrebbe potuto subire anche erosioni fino al "quasi zero" attuale». «Ma così non è stato fatto», conclude l’avvocato Pavanetto, «perché nessun cliente sano di mente e con le corrette informazioni avrebbe acquistato queste azioni capestro. Anche come associazione Adusbef stiamo portando avanti una dura battaglia per far chiarezza e giustizia sulla situazione che si è creata. Chi ha contribuito a generare il crollo, deve risponderne. Va chiarito anche il ruolo e la responsabilità dell’ex collegio sindacale che pur nascendo con lo scopo principale di controllare l’operato degli amministratori, sembra averli lasciati agire indisturbati. Andrà accertata l’eventuale responsabilità penale anche di chi ha concorso a determinare il prezzo delle azioni e ulteriore approfondimento di indagine merita, a mio parere, la posizione di quei soggetti che hanno certificato i bilanci della banca».

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