Venetisti con bandiera da record

Srotolato un vessillo di 700 metri quadri. Poi arrivano i candidati alle elezioni

Sono arrivati circa in un migliaio, tutti con le bandiere rosse e gialle della Repubblica Serenissima, urlando «Veneto Libero» e hanno disteso in piazza San Marco una bandiera di ben 700 metri quadrati.

«Una manifestazione spontanea» raccontano, ma alle spalle c’è chi l’ha ideata e organ izzata, a cominciare dell’ex consigliere comunale della Liga Nord Giovanni Giusto: «Cinque anni fa», spiega, «alcuni ragazzi veneziani , tra cui mio figlio e mio nipote, vennero in questa piazza con le stesse bandiere che ora portiamo noi e furono fermati dalla polizia. Ora noi ricordiamo quell’evento». Sono arrivati da tutto il veneto, ma c’erano anche i bresciani e i bergamaschi a urlare «San Marco», eppure nelle loro valli la Repubblica Veneta era arrivata da occupante.

Oltre a Giusto c’era un’altra faccia nota, quella di Lucio Chiavegato, il veronese coinvolto nelle proteste dei «forconi» prima e poi finito in carcere nell’inchiesta bresciana sul «tanko» 2, quello che non sono riusciti a utilizzare perché i carabinieri del Ros lo hanno sequestrato prima. Un’indagine, quella, che si è sgonfiata e che probabilmente finirà con un’archiviazione. Intanto, Chiavergato per le elezioni regionali del prossimo 31 maggio è candidato nelle liste di «Indipendenza Veneta» dell’avvocato veneziano Alessio Morosin.

Ma non c’erano soltanto i venetisti con i vessilli di San Marco in Piazza: c’erano anche Albert Gardin e i suoi di Governo Veneto. Circa un centinaio, che tra l’altro avevano partecipato, indossando le loro fasce rosse e gialle attorno al corpo, alla messa del mattino con il patriarca Moraglia e il segretario di Stato Parolin. Qurelli del Governo veneto si erano dati appuntamento alle 15 a San Marco per non confondersi con quelli di Giusto, che sono arrivati alle 16. I primi non vogliono avere a che fare con i secondi e viceversa, tanto che Gardin è rimasto distante dagli altri e aveva chiesto l’autorizzazione per quella che lui chiama la processione. E quest’anno il questore, a differenza delle volte scorse, l’ ha concessa.

(g.c.)

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