Venetian Heritage Cena dalla Streisand per aiutare il Ghetto
Un “porta a porta” nelle ville più belle e nei grattacieli più alti degli Stati Uniti per raccogliere fondi in vista dei 500 anni del Ghetto di Venezia. Fondi importanti, pari a sette milioni di euro, che la Fondazione Venetian Heritage conta di raccogliere grazie a piccole ma miratissime cene, apertivi discreti e redditizi, tazze di tè, qualche brunch, qualche after hour all’ora giusta.
La missione oltreoceano del presidente della fondazione Valentina Nasi Marini Clarelli e del direttore Toto Bergamo Rossi parte oggi, durerà tre settimane e si concluderà nella villa di Barbra Streisand, a Malibù, dove la cantante e regista offrirà un dinner molto solidale con il Ghetto veneziano e la sua storia.
Poichè il mezzo millennio è alle porte e per la primavera dell’anno prossima sono in calendario iniziative di peso, Toto Bergamo ha deciso che era tempo di volare negli Stati Uniti per un found raising presso le più importanti famiglie ebraiche di imprenditori, banchieri ed editori. L’agenda si è rapidamente riempita di nomi e date, uno appresso all’altro, da New York a Miami, da Houston a San Francisco, da Los Angeles a Santa Barbara per sollecitare in nome del più antico ghetto del mondo.
Il resaturo delle cinque sinagoghe e il rinnovo con ampliamento del museo ebraico costeranno infatti otto milioni di euro, di cui uno è già stato reperito grazie anche agli assegni staccati senza guardare gli zeri dalle famiglie Tisch e Taubman sui quali non dev'essere stata inifluente la telefonata di cortesia di Barry Diller, marito della stilista Diane von Furstenberg, ex direttore generale della Paramount e della Fox, e considerato uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti.
«Tutti noi siamo responsabili di garantire alle generazioni future, quelle che arriveranno tra 500 anni, di avere accesso a questo patrimonio di cultura e progresso» aveva detto la Furstenberg sapendo che ogni sua parola sarebbe arrivata anche alle amiche rimaste a casa. «Si tratta di una parte immensa della cultura europea che non può essere ignorata» spiega Toto Bergamo.
Ora tocca mettere insieme gli altri sette e il tempo a disposizione non è tantissimo. Di qui la decisione di andare negli Stati Uniti con la rubrica di indirizzi giusti e generosi, a cominciare da quello della Streisand che si è offerta per un dinner ai primi di novembre, esattamente un anno dopo il lancio della campagna per il Ghetto. La data che si avvicina è quella del 29 marzo 2016 e vedrà una mostra a Palazzo Ducale, un concerto-racconto alla Fenice e un nuovo museo. «Non c'è niente da festeggiare», aveva commentato il rabbino Rav Shalom Bahbout - ma nel bene e nel male questo ghetto è stata la casa degli ebrei veneziani e gli ebrei tutti hanno sempre dimostrato - anche nei momenti più tremendi - di non perdere mai la speranza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia