Venessia.com dito puntato contro i “padroni nascosti”
VENEIZA: «Si parla sempre di lobby veneziane: i gondolieri, gli albergatori, i tassisti, i commercianti ma nessuno parla mai della lobby più potente, la lobby che fa il bello e il cattivo tempo a Venezia e vista l'attuale situazione l'ha per sempre rovinata: la lobby dei possessori dei fondi, chi detiene la proprietà dei muri delle case, dei negozi, dei ristoranti e degli hotel».
Matteo Secchi, uno dei fondatori del sito venessia.com, da tempo punta il dito contro i “padroni nascosti” della città Si tratta di famiglie e società immobiliari, ma pure di fondi d’investimento che «possiedono i muri».
Per Secchi si tratta di «gente che vive nell'anonimato, che non si fa vedere in bar e in piazza in mezzo a noi. Di loro non si sa quasi nulla, qualche volta si riesce a sapere al massimo il nome o il prestanome. Di chi è Venezia? Da chi è posseduta Venezia? Chi è che porta gli affitti alle stelle costringendo gli imprenditori a fare i salti mortali per arrivare a fine mese spesso guadagnando come un dipendente ma con mille rogne in più oppure a chiudere bottega? Credo che il liberismo selvaggio abbia rovinato il tessuto socio-economico della città. È bella la libertà ma c'è chi se ne approfitta sempre quindi un po’ di pianificazione nell’economia veneziana avrebbe limitato i danni. Anni fa con l’abolizione dell’equo canone ci è stato detto che i prezzi, essendoci più concorrenza, si sarebbero abbassati invece sono quadruplicati».
Naturalmente ora la situazione è compromessa con la città che sta diventando sempre più un albergo diffuso.
«In ogni caso il settore degli appartamenti e delle case deve essere assolutamente iper normato e controllato perché se diamo la possibilità a tutti i possessori di immobili di affittare ai turisti qui ci cacciano tutti, nessuno guarda in faccia nessuno quando ci sono di mezzo i soldi e chi agisce per il bene della città sono pochissimi, ognuno pensa solo al proprio guadagno spicciolo personale fregandosene degli altri veneziani e della civiltà veneziana. Sono gli stessi che poi scendono in calle in nome della tradizione. Dobbiamo proteggerci dal denaro, come il denaro ha reso grande questa città ora lo stesso denaro la sta distruggendo».(c.m.)
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