«Venduti i libri ereditati dalla Fondazione Querini Stampalia»
VENEZIA. Tutto diventa commercio, anche gli ideali. È il segno dei tempi. Succede anche a Venezia. «La Fondazione Querini Stampalia ha venduto - con due fatture - oltre l’80% del “Fondo Ottolenghi” alla libreria Marco Polo». La notizia piomba attraverso una lettera aperta scritta dalla nipote Elisabetta Ottolenghi, il benefattore che quattro anni fa lasciò i suoi beni alla Fondazione, che vuole informare la Città sulla vendita e dispersione di un prezioso patrimonio culturale. La Ottolenghi scrive al presidente della Fondazione Querini Stampalia, Marino Cortese, e all’esecutore testamentario, Giorgio Busetto.
Eugenio Ottolenghi. Nacque a Venezia l’11 gennaio 1915, dove morì l’11 maggio 2011. Di professione giornalista, fu il primo caporedattore della sede Rai del Veneto. Era figlio del rabbino capo della comunità ebraica di Venezia, Adolfo Ottolenghi, che deportato morì ad Auschwitz. Eugenio, da Venezia si trasferì in Svizzera durante la Seconda Guerra Mondiale. Ritornò in Italia per collaborare con i partigiani di Belluno.
Elisabetta Ottolenghi. È nipote di Eugenio Ottolenghi, ex insegnante di lettere, esperta di ebraismo e autrice di numerosi libri di storia ebraica. Casualmente è venuta a conoscenza della vendita del “Fondo Ottolenghi”. Lo scorso sabato Elisabetta ha incrociato in vaporetto una coppia di conoscenti che avevano appena acquistato alcuni testi di letteratura nella libreria Marco Polo. Sono volumi anche firmati dal giornalista. I due erano felici di collocare nella loro biblioteca personale parte del “Fondo Ottolenghi”. Per Elisabetta una ferita. I libri, ideale, amore, passione dello zio Eugenio, messi in commercio dalla prestigiosa Fondazione culturale cittadina. Ora da questo “disagio e avvilimento” Elisabetta Ottolenghi vuole dare voce a Venezia per bloccare la vendita. Così scrive: «Mio zio aveva la passione per i suoi libri e la sua biblioteca, che da sempre voleva destinare alla sua amatissima città… Ma la visione romantica e utopica di mio zio non è stata rispettata, e io desidero mettere a conoscenza i veri destinatari morali - che sono i suoi concittadini - di quello che sa accadendo».
Libreria Marco Polo. Nel mese di agosto il titolare Claudio Moretti - come conferma lui stesso - ha acquistato dalla Fondazione Querini Stampalia gran parte del “Fondo Ottolenghi”. Gli scatoloni sono in magazzino con la scritta “Otto”. Lo scorso sabato il titolare Claudio Moretti, appresa la vicenda dalla nipote Elisabetta Ottolenghi, ha accettato - contro i suoi interessi - di tenere in sospeso la vendita fino a un chiarimento generale circa l’autorizzazione da parte della Fondazione, nel rispetto della volontà di Ottolenghi che ne aveva fatto il lascito.
Libri ed editori. I libri del “fornitore Ottolenghi” finora codificati dalla libreria Marco Polo sono 484. Sono solo una minima parte. Sono in lingua italiana e francese. Spaziano dalla letteratura alla musica, dalla storia alla geografia. Numerosi sono gli editori. Tra i principali: Arnoldo Mondadori, Bompiani, Einaudi, Eri Rai Radiotelevisione, Avanti!, Electa, Feltrinelli, Filippi, Fratelli Fabbri, Garzanti, Garzanti, Hoepli, il Saggiatore, Laterza, La Nuova Italia, Le Monnier, Longanesi & C., Marsilio, Mursia, Neri Pozza, Newton Compton, Presidenza Consiglio dei Ministri, Rizzoli, Repubblica - L’Espresso, Touring Club Italiano, Vallecchi. Fondazione Querini Stampalia. Lo scorso 15 gennaio ha intitolato “una sala della Biblioteca a Eugenio Ottolenghi, giornalista, partigiano”. Dal sito: «Figlio minore del rabbino capo di Venezia, Adolfo, vittima della persecuzione nazifascista, anche Eugenio, con i suoi cari, tra cui il fratello Carlo, indimenticato presidente della Querini Stampalia, patì le umiliazioni delle leggi razziali, visse la tragedia della sua famiglia e l’esilio. Eugenio Ottolenghi ha frequentato sempre la Biblioteca Querini Stampalia e ha partecipato assiduamente a tutte le attività della Fondazione di cui è stato amico autorevole e fedele, sostenendola anche finanziariamente. Alla sua morte, ha lasciato per testamento ala Querini Stampalia la sua casa, la sua ricca biblioteca e una cospicua somma, dando così, con questo gesto, concreto riscontro al ruolo centrale che la Fondazione svolge nella vita culturale di Venezia e, in specie, al servizio di sostegno per lo studio di migliaia di giovani».
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