Vendita dei terreni per salvare il Casinò

Trasformati da agricoli in edificabili: l’amministratore unico della Cmv spa, Andrea Martin, favorevole all’operazione

Anche per Andrea Martin, l’amministratore unico della Cmv spa - la società patrimoniale del Casinò, sempre a rischio dissesto - la vendita dei terreni del Quadrante di Tessera, che essa possiede, sarebbe la soluzione migliore per risolvere i suoi problemi e anche quelli del Comune, che ha l’obbligo di ricapitalizzare la “Casinò Municipale Venezia”, per non essere travolto dai suoi debiti. Lo ha già dichiarato anche al sito specializzato Gioconews.it.: «La vendita permetterebbe l’equilibrio finanziario della società - ha dichiarato Martin, il cui incarico è stato prorogato sino a fine settembre da Ca’ Farsetti - e quindi pagare i debiti che abbiamo nei confronti delle banche. Si tratta di un buon asset, ma bisogna capire come sarà fatta la rivalutazione urbanistica e quindi quale destinazione d’uso il Comune potrà o vorrà dare a tali terreni. Si tratta sicuramente dell’unico patrimonio immobiliare che si può vendere rapidamente, attraverso modalità che dovranno essere definite».

I giochi dunque, sembrano cominciati per i terreni di Tessera che, essendo agricoli, oggi sono valutati a bilancio circa 14 milioni di euro, ma se diventassero edificabili potrebbero vedere il loro valore moltiplicarsi anche di otto volte, schizzando oltre i 100 milioni di valore.

Anche i consiglieri comunale del Pd Monica Sambo e di Municipalità Alessandro Baglioni sono intervenuti ieri sulla questione del Quadrante, chiedendo che sia predisposto al più presto il nuovo Piano Industriale del Casinò, anche in riferimento ai terreni di Tessera «ritenendo che tali aree abbiano un'importanza strategica per la prossimità alla zona aeroportuale, e considerate le previsioni del PAT del Comune di Venezia per queste aree (cittadella dell'intrattenimento e dello sport, stadio e nuova sede del Casinò), risulta indispensabile che il governo di aree, con un'importanza così elevata, debba essere pubblico, per evitare che prevalgano interessi privati e meramente economici».

Ieri in Commissione consiliare Bilancio l’assessore Michele Zuin - incalzato sulla questione - ha precisato come al momento non ci sia nulla di deciso, ma sta di fatto che al momento il Comune non avrebbe altre idee per risolvere i problemi della società e l’emergenza incalza, acuita dalla necessità del Comune di recuperare entro fine dicembre 62 milioni di euro per non sforare per il terzo anno consecutivo il Patto di Stabilità.

E proprio sulla questione del Patto di Stabilità, è stato proposto ieri un ordine del giorno che sarà presentato nel Consiglio comunale di giovedì dedicato proprio all’approvazione dell’assestamento di bilancio.

A proporlo, il capogruppo della Lista Casson, Nicola Pellicani: in esso si chiede che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro si attivi nei confronti del Governo Renzi per chiedere una rimodulazione dei criteri del Patto di Stabilità per quanto riguarda Venezia, visto che gli attuali sono eccessivamente penalizzanti - ad esempio per quanto riguarda i criteri applicati alle entrate del Casinò e ai “vecchi” fondi di Legge Speciale che ancora entrano nel calcolo - e non tengono conto della specificità veneziana.

La richiesta di Pellicani sarebbe anche condivisa da consiglieri di maggioranza - come è emerso ieri - quali ad esempio Alessandro Scarpa di Area Popolare e Saverio Centenaro di Forza Italia. Anche il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin, aveva sostenuto pochi giorni fa la necessità che Brugnaro stipulasse un “patto” con il Governo Renzi per rivedere i criteri di calcolo del Patto di Stabilità per Venezia, che affossano la città.

Enrico Tantucci

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