Vende due auto pignorate, ma viene assolto

Querela con un difetto di forma: titolare di un autosalone vince la causa contro Equitalia

FIESSO. Vende due autovetture del valore di circa 32 mila euro pignorate da Equitalia ma viene assolto dal tribunale penale di Venezia. Silvano Bortolato, titolare dell'Autosalone Riviera di Fiesso, difeso dall'avvocato Pascale de Falco, è stato assolto dal giudice Enrico Ciampaglia per difetto della condizione di procedibilità.

L'imprenditore era accusato dal pubblico ministero Paola Tonini per una vicenda del giugno 2009. All'epoca dei fatti Equitalia, per un debito di imposte e accessori, pretende dall'uomo 32 mila euro. Bortolato però, visto il contesto di crisi che stanno attraversando i vari comparti imprenditoriali, non può saldare il debito. Il settore della vendita di automobili, infatti, sta attraversando una profonda crisi, e le giustificazioni che l'uomo cerca di dare a Equitalia sulla disponibilità a saldare il debito, non bastano. Equitalia decide così di procedere al pignoramento di due autovetture per l'importo vantato e confisca una Audi A4 e una Opel Frontera.

Il tribunale nomina come custode, in attesa che Equitalia chieda anche l'autorizzazione da parte del giudice della messa all'asta dei due mezzi, il legale rappresentante della società “Autosalone Riviera” cioè Silvano Bortolato. Il 59enne, un anno dopo, visto che le cose non migliorano, trova dei clienti interessati all'acquisto delle due automobili, se ne infischia di quel pignoramento e, nell'aprile e nel giugno 2010, vende le due vetture ad alcuni clienti. Nel frattempo Equitalia chiede al giudice civile l'autorizzazione alla messa all'asta delle due auto per incassare i 32mila euro.

Il magistrato dà il via libera ma, quando l'ufficiale giudiziario si presenta a Fiesso per prelevare le vetture, non le trova più perché sono state vendute. A quel punto Equitalia denuncia l'uomo e si costituisce parte civile con l'avvocato Marco Carboni del foro di Milano. Nel corso dell'udienza dibattimentale, l'avvocato de Falco ha dimostrato come la querela presentata non manifestasse chiaramente la volontà punitiva e il giudice non ha potuto far altro che assolvere l'imputato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia