Vega Scarl chiede il concordato preventivo

Via libera del Tribunale alla procedura richiesta i primi di agosto dal cda che deve ripianare un passivo di 14 milioni
Di Giorgio Cecchetti

A un anno dalla defenestrazione dell’ex presidente Luigi Rossi Luciani e pochi giorni dopo le dimissioni dell’ex direttore Michele Vianello, il Tribunale civile di Venezia ha dato il via libera alla procedura di concordato preventivo per il Vega scarl-Parco scientifico tecnologico di Marghera. La decisione di presentare la richiesta, consegnata ai giudici nei primi giorni di agosto, era stata presa durante l’ultima assemblea dei soci e il Tribunale (relatore il giudice Alessandro Girardi) ha concesso ora 120 giorni ai professionisti della società per esporre un piano per pagare i creditori - il passivo avrebbe raggiunto i 14 milioni di euro - presumibilmente attraverso una serie di vendite immobiliari. I giudici veneziani hanno già nominato un commissario, il commercialista mestrino Franco De Bei: al termine dei quattro mesi il Tribunale, dopo aver sentito il commissario, dovrà decidere se approvare il piano, ammettendo Vega al concordato, o meno. Nel frattempo, tutte le azioni risarcitorie, ingiunzioni di pagamento e pignoramenti anche da parte delle banche, sono bloccate.

Un passo certo non facile quello di rivolgersi al Tribunale con la richiesta di concordato, soprattutto perché il 58,7 per cento delle partecipazioni della società sono nelle mani pubbliche: il 37,3 per cento delle azioni appartiene al Comune di Venezia, il 4,4 alla Provincia e il 17 per cento alla Regione attraverso la società «Veneto Innovazione Holding srl». Che il bilancio della società costituita nel 1993 con lo scopo di sviluppare le attività «dirette allo sviluppo dell’area industriale di Porto Marghera attraverso la creazione di centri, attività e servizi che promuovono l’innovazione tecnologica, gestionale e organizzativa delle imprese industriali e di servizi, anche con iniziative collocate nel territorio», fosse in sofferenza era già noto da oltre un anno: quando l’ex presidente Rossi Luciani, messo su quella poltrona dall’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, neppure fu nominato nel Consiglio d’amministrazione, anche nel sito ufficiale di Vega si poteva leggere che la perdita era di quasi sei milioni di euro.

Alcuni mesi fa, il nuovo consiglio d’amministrazione, in cui, tra gli altri, siedono Daniele Moretto, presidente sponsotizzato dall’attuale governatore veneto Luca Zaia e commercialista trevigiano, Paolo Baessato, manager di Banca Generali, Tommaso Santini, amministratore delegato ed esperto immobiliare legato a «Condotte spa», Maurizio Calligaro, ex capo di gabinetto dell’ex sindaco Massimo Cacciari, e l’avvocato di Rovigo Paola Malasoma, strettamente legata all’assessore regionale Isi Coppola, venne informato che il passivo era salito a otto milioni. Adesso, nelle carte presentate in Tribunale, la cifra sarebbe lievitata a 14 milioni.

Vega, comunque, ha un patrimonio immobiliare valutato oltre 30 milioni, ma non è facile in questo periodo di crisi piazzare sul mercato terreni, uffici e capannoni. Anche per questo, probabilmente, amministratore delegato è stato chiamato un esperto del settore immobiliare, mentre Michele Vianello, l’ex vice sindaco di Venezia, si è dimesso dalla carica di direttore generale. Tra i creditori più esposti vi sono istituti di credito e la società che fornisce l’energia, con la quale l’ex presidente Rossi Luciani aveva firmato un accordo definito “capestro” durante l’assemblea dei soci per i costi altissimi che comportava per Vega.

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