Vedere la tv costa 3,5 euro al giorno
I pazienti non potranno più utilizzare piccoli schermi personali
Addio vecchi (o nuovi) televisori da pochi pollici, buoni per tutti le stagioni, soprattutto nella malaugurata ipotesi che ci si debba ricoverare in ospedale. All’ospedale dell’Angelo i televisori personali saranno presto «espressamente interdetti» con apposito regolamento. E saranno installati splendidi televisori in tutte le stanze. Per vedere la tv il paziente o i suoi famigliari dovranno pagare 3,5 euro al giorno.
La direzione dell’ospedale dell’Angelo nei giorni scorsi ha affidato l’appalto (durata nove anni) per la fornitura e la gestione del servizio alla Sidem spa Prodotti elettromedicali e alla Ceragioli Hospital Service di Bellusco (Milano). Oltre alla visione di tutti i canali nazionali pubblici e privati (dalla Rai a Mediaset a La7), quelli offerti dal digitale terrestre e almeno uno dei due pacchetti completi Sky o Mediaset Premium, il concessionario dovrà garantire anche un canale gratuito per la trasmissione di programmi di formazione medica, scientifica, religiosa e di informazione per degenti e visitatori. Il servizio sarà a pagamento. I pazienti pagheranno 3,5 euro al giorno per il pacchetto base (tv pubbliche, gratuite); di questi 60 centesimi andranno all’Asl 12. Altri 60 centesimi se il paziente deciderà di usufruire del pacchetto Plus, che garantisce la visione dei programmi Sky e Mediaset Premium (esclusi quelli da bollino rosso). L’obiettivo dell’azienda è quello di avere almeno cento «attivazioni giornaliere». I televisori potranno essere accesi dalle 8 alle 23. Per salvaguardare la privacy e la libertà di ogni paziente di guardare o meno la televisione sono previsti appositi telecomandi e cuffie. Ovviamente chi non «attiverà» la televisione non si vedrà addebitato alcun costo.
Negozi in crisi.
La crisi economica sembra essersi abbattuta, intanto, anche sull’area commerciale della hall. Ai negozi e servizi mai attivati (badanti e assistenti a domicilio, fiorista) o annunciati (parrucchiere) si aggiungono ora quelli che sembrano sulla via della chiusura. Come interpretare diversamente la carta da pacchi che oscura le vetrine del negozio di telefonia cellulare? Il cartello annuncia le ferie fino al 31 agosto. «Ma non siamo affatto certi di vederlo riaprire a settembre» annunciano i colleghi della hall. E, d’altro canto, anche loro sono preoccupati. Quella che doveva diventare la nuova piazza Ferretto non è mai decollata. La Veneta Sanitaria, responsabile finale della gestione degli spazi commerciali, ha annunciato provvedimenti per settembre. «Speriamo bene - commentano gli esercenti - Per il momento l’affare l’ha fatto chi avrebbe tanto voluto aprire qui, ma alla fine non ci è riuscito».
Cisl all’attacco.
«Siamo fortemente preoccupati per come si stanno sviluppando le cose - afferma Dario De Rossi (Cils Fps) - L’ospedale dell’Angelo si sta svuotando e, se va avanti così, rischia il fallimento del progetto tanto reclamizzato. Si sta svuotando di utenti che trovano difficile e scomodo raggiungerlo, con anziani che si perdono al piano -2 perchè le indicazioni sono carenti e gente che non avendo abbastanza autobus o non volendo pagare il parcheggio va da un’altra parte. Ma anche di medici che preferiscono lavorare altrove. Certo, l’ospedale è ancora in fase di rodaggio. Ma a nostro avviso questa direzione strategica non ha fatto abbastanza per fare il possibile perchè venga frequentato di più, per trattenere quei medici che all’Umberto I erano un riferimento ed erano capaci di attirare pazienti. Se persiste questa situazione il personale rimasto, sia medici che infermieri, Oss e tecnici, rischia sempre più di demotivarsi. E questo si trasmette inevitabilmente ai pazienti che, alla lunga, perdono fiducia, si sentono meno sicuri e preferiscono andare altrove. Serve uno scatto d’orgoglio».
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