Vaschette, dieci milioni per cambiare Marghera

Dopo i ritardi, tornano in azione le ruspe. I lavori termineranno nel 2015 poi partiranno le edificazioni: 155 nuovi alloggi e 355 case Erp da riammodernare
Di Mitia Chiarin
Zona "Vaschette" via Muraldo Marghera
Zona "Vaschette" via Muraldo Marghera

MARGHERA. Ruspe di nuovo in azione, ieri mattina, alle Vaschette. Sono passati tre anni dagli abbattimenti diretti dall’allora sindaco Massimo Cacciari. Sono anche migrate le rondini, che da ultime hanno rallentato l’azione del Comune. Ieri mattina ci ha provato anche la pioggia a fermarle ma le ruspe sono entrate in azione lo stesso. Segno che si riparte, con l’intenzione di non trovare altri intoppi, spiega il vicesindaco Sandro Simionato assieme al presidente della Municipalità Flavio Dal Corso e al vicedirettore generale del Comune Luigi Bassetto. Costruite dopo l’ultima guerra per ospitare i profughi giuliano-dalmati, passate poi dall’Ater al Comune, dopo 13 anni di polemiche, proteste e attese, le palazzine murate decine di volte per fermare gli accessi abusivi ora saranno oggetto di una grande opera di riqualificazione urbana che vale quasi 10 milioni di euro. «Dentro abbiamo trovato di tutto, davvero», dicono i tecnici del Comune. Abbatterle causerà la produzione di 1.700 metri cubi di detriti.

«Un progetto», ha precisato il vicesindaco Sandro Simionato, «che ha avuto un rallentamento solo per questioni burocratiche, legate alla permuta degli appartamenti di proprietà privata con altri alloggi, ma non certo per problemi politici. È nostra ferma intenzione riqualificare l’intera area della ‘porta Sud’ di Marghera».

A disposizione ci sono i fondi reperiti da Comune e Regione, elenca Ivano Turlon: 3.870.000 euro per le bonifiche; 3 milioni e 900 mila euro del Piano città che consentono di riqualificare 355 alloggi Erp di Marghera con interventi su infissi, camini e cappotti di protezione energetica; altri 2 milioni e 900 mila dal “Piano nazionale edilizio”, girati dalla Regione da Chioggia a Marghera, e destinati all’edilizia pubblica. Una quarantina di appartamenti pubblici saranno rimessi a reddito, consentendo l’autoofinanziamento della prosecuzione del progetto. Altri due milioni di euro sono attesi dalla Regione per interventi di miglioramento energetico e di produzione di energia alternativa negli edifici pubblici. «Per l’area delle Vaschette, l’obiettivo è di cedere lo spazio, una volta bonificato e riqualificato, ai privati, in cambio di 155 alloggi che diverranno di proprietà pubblica».

Di certo ci vorranno anni.

Ieri mattina è andata giù la palazzina del civico 26 di via Murialdo. Seguirà, il 21 ottobre, la demolizione del civico 89-91 di via Pasini. Altri due, o forse tre stabili, verranno rasi al suolo, una volta sistemate le questioni pendenti con i proprietari ( quattro quelli rimasti), entro febbraio, prima dell’arrivo delle rondini, che hanno insediato i loro nidi nel complesso. Per due proprietari, lanuova casa potrebbe arrivare tra dicembre 2013 e gennaio 2014. Gli ultimi abbattimenti delle due palazzine restanti sono previsti per l’autunno 2014, dopo la nuova migrazione delle rondini: entro il 2015 partirà il recupero.

«Era ora, si tratta di interventi fondamentali ma serve anche l’opera di riqualificazione sociale», avverte Flavio Dal Corso.

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