«Varcate la porta della conversione»

Il Patriarca nel carcere femminile per la terza apertura del Giubileo, in serata l’incontro con l’omicida Susanna Lazzarini
Di Nadia De Lazzari

Il Patriarca nel carcere femminile della Giudecca: da terreno di peccatori a terreno di Giubileo straordinario della Misericordia. Un presepe tradizionale e un presepe vivente, ieri, vigilia dell’Epifania, nell’Istituto penitenziario dove i figuranti - Giuseppe, cattolico, studente in teologia, e Maria, musulmana del Marocco - tengono in braccio un bimbo di pochi mesi. Nella sala teatro, affollata di detenute, altri fanciulli si avvicinano alla speciale famigliola, di sottofondo una soave musica. Un piccino è vestito da pastorello, le bimbe invece indossano un mantello bianco con batuffoli per somigliare alle pecore.

Con la rappresentazione della natività le detenute danno il benvenuto al Patriarca Francesco Moraglia: è uno dei momenti di tenerezza più intensi e intimi. Poco prima il presule, tra i portoni blindati, le sbarre e un imponente servizio d’ordine, celebra la messa iniziata con una breve processione con le detenute, spalanca la Porta santa della cappella dell’istituto penitenziario portando a quel mondo femminile la vicinanza della Chiesa lagunare. Dentro le problematiche e i reati sono numerosi ma l’incontro e il gesto forte del presule emoziona tutto il popolo carcerario.

Il Patriarca si inginocchia e ha prega in silenzio. Inizia la messa fatta di sguardi, silenzi, canti, ben eseguiti, e tanta commozione. Nell’omelia si rivolge con affetto verso le detenute. Le ospiti con 10 figlioletti sono 80, tra queste 44 sono italiane. Le chiama “Carissime amiche”. A loro il presule consegna alcune riflessioni, indica una strada: «Oggi abbiamo il dono di tanti bambini. Abbiamo varcato porte sbagliate, dobbiamo varcare quella della conversione. Ora insieme abbiamo varcato la Porta santa. Incominciate a credere in voi stesse anche quando è difficile. I vostri figli hanno bisogno di voi. Dite: domani per loro voglio un futuro bello. Siate luce per gli altri; credete nelle piccole cose».

Arriva il momento della festa, del dialogo fraterno, dei doni; il presule riceve in regalo un portaocchiali; ai bimbi il Patriarca dona le calze della Befana piene di dolciumi.

Da alcuni giorni, nel carcere è detenuta (in infermeria) la mestrina Susanna Lazzarini, 52 anni, che ha ucciso Francesca Vianello, 81 anni, per cento euro. In chiesa non è presente. La direttrice Gabriella Straffi dice: «È frastornata, ha preferito non venire qui». Anche i religiosi che l’hanno incontrata confermano: «I primi giorni in carcere sono difficili».

A conclusione della messa il Patriarca Moraglia, sollecitato dai giornalisti su un incontro con la Lazzarini, risponde così: «Le domanda è intelligente, vedete voi». Facendo dunque intendere che era sua intenzioine avere un colloquio con l’omicida, forse già in serata.

Nei prossimi giorni, dopo l’apertura delle tre Porte sante in Basilica di San Marco, nelle carceri maschile e femminile, il Patriarca si recherà in terraferma dov’è prevista l’apertura di altre due Porte sante: sabato 9 alle 16 nel santuario di Borbiago e sabato 16, alle 16, a Eraclea.

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