Varato il Salva-Venezia, salvi stipendi dei Comunali

La norma che allenta il vincolo del patto di stabilità sforato nel 2013 è stata inserita nel decreto Salva-Roma approvato dal Consiglio dei ministri
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 24.02.2014.- lavoratori comunali a Cà Farsetti.- Nelle foto un momento del consiglio comunale
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 24.02.2014.- lavoratori comunali a Cà Farsetti.- Nelle foto un momento del consiglio comunale

VENEZIA. Venezia si salva in extremis insieme a Roma. Il Governo ha mantenuto il suo impegno - preso in particolare dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio anche con il sindaco Giorgio Orsoni – e in Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sugli enti locali che salva appunto il Comune di Roma dal commissariamento, sbloccando i fondi destinati al suo bilancio, ma include anche il contenuto dell’emendamento destinato a Venezia e fermato in Parlamento, che in nome della «specialità» della città lagunare allenta per essa i vincoli del Patto di Stabilità sforato nel 2013.

Si evita così il taglio alle retribuzione dei dipendenti comunali che sarebbe scattato inesorabile dal 9 marzo e si mette la parola fine dunque a una “telenovela” che aveva messo a dura i nervi dei circa tremila dipendenti di Ca’ Farsetti. Sobrio e senza particolari rivendicazioni di merito - dopo le polemiche roventi delle ultime settimane, la mozione di sfiducia in Consiglio comunale e un clima di tensione palpabile a Ca’ Farsetti - il commento di Orsoni.

«Sono soddisfatto per l’approvazione del decreto sugli Enti Locali - dichiara Orsoni - e mi auguro che la sua conversione avvenga rapidamente. Un ringraziamento va soprattutto a questo Governo, che ha saputo capire la situazione specifica del Comune di Venezia. Questa città non chiedeva un intervento per salvare il suo bilancio che, ripeto, è perfettamente in equilibrio, ma chiedeva di allentare le penalità per lo sforamento di un Patto di stabilità che per Venezia è squilibrato e dunque ingiusto. Dobbiamo evitare che le conseguenze di questa anomala situazione ricadano sui lavoratori del Comune di Venezia, che rischierebbero di essere penalizzati pesantemente senza averne alcuna colpa. Per questo il nostro impegno è stato sin dall’inizio forte e determinato, e credo che con questo decreto sapremo dar loro una prima e rassicurante risposta».

Il decreto è immediatamente esecutivo e dunque l’allentamento del Patto scatta da subito per Venezia - sbloccando tra l’altro anche le assunzioni a tempo determinato e “salvando” quindi anche quelle dei supplenti per le materne comunali - facendo decadere il disegno di legge con lo stesso contenuto che era in via di approvazione alla Commissione Bilancio del Senato, come sottolinea anche il parlamentare veneziano del Pd Andrea Martella: «Che l’allentamento del patto per Venezia sia stato approvato dal Governo è un fatto molto positivo, ma ora bisogna lavorare per un allentamento generalizzato dei vincoli del patto per i Comuni virtuosi, come ha già anticipato il presidente del Consiglio».

Per le opposizioni il capogruppo a Ca’ Farsetti di Forza Italia Michele Zuin commenta: «Siamo lieti per gli incolpevoli dipendenti comunali per l’approvazione del decreto che evita il taglio delle retribuzioni, ma le responsabilità del Comune per lo sforamento del Patto restano tutte. Vedremo col bilancio 2014 se non rischiamo, come credo, di trovarci nella stessa situazione, “polverizzando” subito gli introiti della cessione della gestione del Casinò, se andrà in porto». Per il consigliere della Lista in Comune Giuseppe Caccia «l'adozione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge è la prima significativa vittoria ottenuta da due mesi di permanente mobilitazione dei lavoratori e degli amministratori del Comune. Se il decreto sarà convertito in legge dal Parlamento, i salari dei dipendenti non saranno tagliati e i servizi per i cittadini non saranno messi in discussione. A Venezia viene riconosciuta una minima parte di quanto le è stato tolto in questi anni, dai fondi di Legge Speciale ai trasferimenti statali. Nessun regalo, dunque».

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