Vandali colpiscono il murales dedicato a Cristina Pavesi, vittima della mafia del Brenta
Sdegno a Campolongo: alla caricatura della giovane uccisa dalla banda Maniero sono stati fatti i baffi. La zia Michela: “Basta omertà, vorrei incontrare chi ha fatto quel gesto”
CAMPOLONGO. Vandali imbrattano il murales contro la mafia del Brenta dedicato a Cristina Pavesi, trevigiana, vittima innocente della banda guidata dall’ex boss Felice Maniero, ed al magistrato Francesco Saverio Pavone. Ieri i vandali hanno disegnato i baffi sul volto della giovane. Il murales a ridosso delle scuole del paese raffigura la ragazza, morta a causa di un assalto ad un treno portavalori nel 1990, insieme al magistrato antimafia Pavone.
Ad insorgere dopo aver saputo il fatto è stata la zia di Cristina, Michela Pavesi, che da anni si batte per onorare il ricordo della nipote. “Il ritratto di Cristina – spiega sui social la zia – ha subito un atto vandalico. Chi ha potuto fare questo? Un atto vandalico fatto a Cristina in un paese che si batte da anni per restituire onore e credibilità ai suoi abitanti. Un atto vandalico che deturpa il viso a una ragazza morta a 22 anni“ . “ Un atto vandalico - continua la zia – che siamo abituati a vedere in altri luoghi. Un atto vandalico che non si risolve con le telecamere ma cambiando il cuore delle persone. Un atto vandalico che porta dolore a dolore”.
Il Comune di Campolongo, saputo cosa è successo, si è subito messo in azione per rimuovere l’imbrattamento. Questa mattina verso le 8, il papà del sindaco Gastaldi si è adoperato per ripulire i segni lasciati dai vandali.
Un coro di sdegno e disapprovazione si è levato anche dalle associazioni del territorio come Mondo di Carta di Oriana Boldrin che da anni si battono per portare avanti la battaglia per la cultura della legalità. La zia di Cristina intanto lancia un appello a chi potrebbe aver compiuto l’atto vandalico “Voglio incontrare – dice – quel ragazzo o quei ragazzi che hanno deturpato il viso di Cristina. Sono certo che i nomi verranno fuori. Il tempo dell’omertà deve finire”.
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