Valzer di negozi a Mestre, ma in via Battisti le chiusure superano le aperture
MESTRE. Se fossimo da un’altra parte il turn over così veloce sarebbe forse un segno dell’economia che gira velocemente, ma nel caso di Mestre non vale. Le serrande chiudono e riaprono, quando va bene, ma la frenesia è data non tanto dalla voglia di inseguire la corrente e rimanere al passo con i tempi, bensì dalla ricerca di affitti più bassi che lascino un po’ di respiro, postazioni migliori e più strategiche, passaggio di clienti e un occhio alla geografia del degrado.
I commercianti le provano tutte per alzare la vita media dei negozi, in picchiata. Via Cesare Battisti, la calle che collega piazza Ferretto alla piazzetta del teatro Toniolo, in questi giorni ha cambiato volto. Il Caffè Grande Italia ha chiuso i battenti in attesa di trasferirsi nella nuova galleria Barcella, dove tornerà alla famosa e amata Casa del Caffè, nel frattempo però, i locali sono vuoti e le serrande abbassate.
A fianco Due Zeta, altro negozio storico di galleria Barcella che da parecchio oramai aveva preso casa in via Battisti e che vendeva intimo e non solo, ha pure abbassato le serrande, lasciando un altro negozio sfitto e vuoto. Rimane solo l’insegna. C’è chi passa, credendo che sia aperto, e lo trova chiuso. Del resto il momento non facilita le cose e la ripresa non si vede ancora.
«La situazione è quella che è», dicono i negozianti. «Posti auto non ce ne sono e se ci sono costano troppo. Ora li hanno pure aumentati. Il centro è blindato e off limits, non c’è storia». A fianco alle due attività sfitte c’era un negozio di jeans. Al suo posto ha aperto da qualche giorno New Babouche, nota boutique di Calle Legrenzi che si è spostata da quest’ultima postazione a via Battisti, in cerca di uno spazio più centrale. Nelle ex vetrine dell’attività, un cartello con la scritta e l’indirizzo della nuova apertura. In Calle Legrenzi, tra l’altro, da poco più di un mese ha chiuso Pout Pourri, attività che resisteva da molti anni, una tra le più belle della zona, che nobilitava l’area, mentre ha aperto un nuovo fruttivendolo di fronte al panificio.
Il valzer delle aperture e dei traslochi è frenetico e nonostante ciò ci sono molti locali che continuano a rimanere sfitti, segno che i proprietari chiedono affitti ritenuti troppo alti e non in linea con i guadagni, le tasse, la pressione fiscale e tutto il resto. Il centro si restringe sempre di più e si chiude a riccio intorno a piazza Ferretto e a qualche arteria minore.
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