Vaccini, un genitore su tre li teme più delle malattie
Vaccini sul banco degli imputati: hanno salvato milioni di vite, ma oggi fanno paura. I genitori li guardano con sospetto, bombardati da una disinformazione dilagante soprattutto sul web, che alimenta la preoccupazione per gli effetti dell’iniezione sui più piccoli. Tanto che il 33% ritiene i vaccini più pericolosi delle malattie che prevengono, rispetto a un 25,4% di mamme e papà che pensano l’opposto e a un 36,6% secondo cui dipende dai vaccini e dalle patologie. Sono i dati, preoccupanti, che emergono dall’indagine presentata al congresso nazionale di Paidòss, l’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, in corso a Lecce.
La ricerca, condotta da Datanalysis, ha coinvolto 1.000 genitori di bambini fino a sei anni d’età, intervistati fra maggio e giugno di quest’anno, per indagare la percezione nei confronti dei vaccini dopo i fatti di cronaca come il ritiro di un antinfluenzale per ipotizzati eventi avversi e le sentenze sul legame con l’autismo. Fatti poi smentiti dalle analisi scientifiche, ma che hanno lasciato il segno.
Il 40% dei genitori ha avuto notizia del ritiro di alcuni lotti del vaccino contro l’influenza lo scorso novembre, soprattutto dalla tv (35,8%) e da Internet (33,5%). Questo ha influenzato negativamente l’opinione del 92% di mamme e papà sulla sicurezza del siero contro il malanno di stagione. Non solo. La paura e la diffidenza si sono allargate a tutte le vaccinazioni in generale (90%). E ancora, il 64% ha sentito parlare della recente sentenza che ha escluso la correlazione fra l’autismo e la vaccinazione esavalente.
Le ombre gettate sui vaccini hanno inevitabilmente allarmato la metà dei genitori intervistati: il 26,8% si sente frastornato e alla ricerca di informazioni affidabili, e non li utilizzerà finché non riceverà rassicurazioni; il 23,9% utilizzerà solo quelli necessari. Se quasi il 20% si dice comunque tranquillo perché si tratta di casi sporadici, e il 14,5% è diventato più diffidente ma si rimette alle indicazioni del medico, un 12,9% si sente in pericolo e non li utilizzerà più.
«Quel che è ancora più preoccupante – spiega Nicola Principi, ordinario di pediatria all’università Statale di Milano – è che anche i genitori che vaccinano i figli non lo fanno correttamente. Più della metà (54,3%) ha fatto somministrare tutte le dosi solo per le vaccinazioni obbligatorie, solo il 15% anche per quelle non obbligatorie, ma ben uno su 4 non l’ha mai fatto. Il 73% non sa che alcuni vaccini conferiscono immunità per tutta la vita, ma per ottenere questo effetto è necessario fare tutte le dosi previste dal calendario».
Sono tante, insomma, le preoccupazioni delle mamme e dei papà quando si tratta di immunizzare il loro piccolo: per il 25% non tutti i vaccini sono necessari, per il 19,6% sono troppi, secondo il 17% tanti vaccini tutti insieme possono causare danni; per il 12% la composizione forse è nociva. L’8% teme i possibili danni a lungo termine e altrettanti l’insorgenza di effetti collaterali, per il 6% l’efficacia dei vaccini è ancora da dimostrare e il 3,9% trova il calendario vaccinale difficile da rispettare.
«Emerge chiarissima – sottolinea Principi – una carenza culturale che deve essere colmata, altrimenti la fiducia continuerà a ridursi, con la conseguenza che i vaccini non si facciano correttamente o non si facciano del tutto. Così si rischia di vanificare le vittorie ottenute contro importanti malattie».
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