Vaccini, la Regione ci ripensa e affida il controllo ai Comuni
La giunta Zaia non si rimangia l'abolizione dell'obbligo vaccinale, ma chiede ai sindaci di controllare che la soglia dei vaccinati per scuola non scenda sotto il 90% e di rifiutare l'iscrizione ai bambini non vaccinati se tale soglia dovesse calare.
VENEZIA. Vaccinazioni: la Regione manda la patata bollente ai sindaci. I sindaci del Veneto saranno infatti obbligati a intervenire in tema di vaccinazioni per i bambini, su segnalazione dei presidi dei vari istituti, qualora nelle singole scuole d'infanzia si scenda sotto la soglia del 90% di bambini vaccinati, prevedendo che non possano più essere ammessi in classe i bambini non vaccinati o i nuovi iscritti che portino la percentuale sotto tale soglia.
È l'effetto della delibera, immediatamente esecutiva, che stata approvata oggi dalla giunta regionale del Veneto. "Come amministrazione - ha spiegato il presidente Luca Zaia - non mettiamo in discussione l'efficacia dei vaccini, di cui difenderemo fino in fondo la validità, attraverso un programma di valorizzazione e corretta informazione. D'altro canto, visto che i dati delle altre Regioni ci dicono che l'obbligo è una farsa, non garantendo l'effettiva vaccinazione, lasciamo libertà di scelta, intervenendo solo quando si scenda al di sotto della soglia del 90%, che scientificamente è stata fissata a garanzia della popolazione, anche quella non vaccinata".
Una decisione che sembra un papocchio: la Regione aveva eliminato l'obbligo di vaccinazione. Una manovra che viene ora percepita da molti come uno sbaglio, specie dopo i richiami della comunità scientifica e l'allarme dei pediatri.
Ora per non ritornare sulla propria decisione, e quindi smentirsi, la stessa giunta regionale è costretta a rivedere i parametri mafacendo obbligo a altre amministrazioni, i comuni, di vigilare sulla soglia di vaccinazione.
In pratica la giunta regionale rimanda ai singoli comuni la patata bollente da lei stessa creata, chiedendo ai sindaci di risolvere il problema.
Su questo lo stesso Zaia glissa, limitandosi a notare che vaccinarsi "non è una questione solo personale, ma ha anche una valenza solidaristica".
"Noi - ha aggiunto l'assessore regionale alla sanità, Luca Coletto - siamo gli unici ad avere un'anagrafe vaccinale, per di più su base informatica, e abbiamo una soglia del 91,5% per le quattro vaccinazioni obbligatorie, con un trend in ascesa verso il 93%, pur non avendo l'obbligo vaccinale. Intendiamo dunque continuare su questa strada in cui, pur lasciando libertà di scelta, creeremo un percorso virtuoso di prevenzione, in cui questo atto è il primo tassello".
Resta da capire perché la Regione non agisca di conseguenza.
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