Va di moda il passito, premiati Tessere e Mosole

Ma il bilancio per la provincia di Venezia conferma che la potenzialità è sacrificata alla quantità
LAZZARINI FGAVAGNIN NOVENTA DI PIAVE AZIENDA TESSERE EMANUELA BINCOLETTO
LAZZARINI FGAVAGNIN NOVENTA DI PIAVE AZIENDA TESSERE EMANUELA BINCOLETTO

Il passito va di moda. Visto che le due vette della provincia nella guida “Vini d’Italia 2013” dell’Espresso le conquistano due vini dolci. Lontani l’uno dall’altro per colore e sapore, ma vicini quanto a sapienza enologica e passione di campo e cantina. Veniamo ai nomi dunque.

Le prime quattro bottiglie, e per punteggio le prime in assoluto di tutta la provincia, sono appannaggio di Emanuela Bincoletto, signora del vino nella cantina Tessere di Noventa di Piave. Il suo Raboso Passito Rebecca 2007 si merita un bel 17,5 su 20, come dire che questo vino sfiora le porte dell’eccellenza. Un punto secco in più rispetto al Passito censito lo scorso anno, prodotto però dalla vendemmia 2006. Così gli ispettori della Guida: “spettro aromatico di grande profondità (frutti neri, confettura, erbe e china), palato di notevole viscosità, brillante,ente contrastato da un’acidità spiccata e da tannini tenaci: un passito di Raboso all’altezza dei più grandi Recioto della Valpolicella”.

Si dirà che ha giocato a favore il clima, ma resta il fatto che la tenuta ai livelli alti conferma le capacità di questa vignaiola del Basso Piave. Che, mai ferma a sperimentare e provare, conquista anche 3 bottiglie e un significativo 15,5 con il Brut Raboso Redentor Metodo Classico 2008. Giusto per far capire che il Raboso spumante lo si fa anche nel Sandonatese e con ottimi risultati.

Le seconde 4 bottiglie con un punteggio di 16,5 su 20 vanno al Passito IX Ad Nonam 2010 (uvaggio di verduzzo, sauvignon e friulano) della azienda Mosole di Annone Veneto per le “note di miele e di canditi, viscoso e profondo, anche alcolico, ma di buon carattere aromatico e allungo gustativo”. Per la Mosole un’altra bella soddisfazione: 3 bottiglie e 16/20 per il Sauvignon 2011.

Note positive dalla zona del Lison-Pramaggiore: tre new entry. Ovvero la cantina Ai Galli di Pramaggiore, che all’esordio conquista un lusinghiero 16/20 e 3 bottiglie con il suo Lison Classico 2010 e un 15,5 e 3 bottiglie con il Rosso Probus 2009, la cantina Mazzolada di Portogruaro che merita un 16/20 con il suo Venezia Pinot Grigio 2011 e La Frassina di Caorle che con i suoi rossi il Cabernet Sauvignon Ciaro del Turco e il Merlot Ghebo 2009 merita per entrambi un bel 15,5 con tre bottiglie.

Crescono la Santa Margherita che conquista un 16 con il Luna dei Feldi 2011 (uvaggio di bianchi), la Bosco del Merlo con il 16 del Sauvignon Terranio 2011, la De Stefani di Fossalta di Piave con i 16 punti del Piave Raboso 2008. I Sutto fra Salgareda e Noventa di Piave confermano la qualità dei loro rossi fra i 15,5 e i 16 punti.

Conclusioni? Da anni le solite: i terreni vocati ci sono, peccato che per la maggiore parte dei produttori la sfida che conta è quella della quantità rispetto alla qualità. Intendiamoci, non si beve malissimo, ma si potrebbe bere molto meglio.

Francesco Lazzarini

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