Va a confessarsi in Duomo per chiedere soldi al prete

PORTOGRUARO. Adesso mentono anche ai preti pur di ottenere dei soldi. Un uomo di mezza età, che bazzica per Portogruaro, ha ingannato il prete perfino nel confessionale. È accaduto nei giorni scorsi. L’uomo ha impietosito il sacerdote, don Lino Pigatto (già delegato in diocesi per la Pastorale Sociale e del Lavoro), facendosi consegnare del denaro, almeno 100 euro in banconote. Gli aveva raccontato che era parente di una persona deceduta, ma non era vero.
Secondo esponenti del mondo ecclesiale portogruarese il fenomeno dei millantatori che chiedono soldi, è in aumento. «Siamo molto preoccupati», denuncia don Pietro Cesco, parroco di Sant’Andrea a Portogruaro «ci sono i poveri veri e i finti poveri. Quelli furbi. Siamo stufi di farci raggirare. L’episodio più grave che lo stesso don Cesco ha voluto raccontare, è accaduto sabato scorso, proprio nell’orario pomeridiano dedicato alle confessioni. «Quest’uomo mi ha bussato alla porta», ha raccontato indignato don Pietro Cesco, «mi ha chiesto se mi ricordassi di lui. Io gli ho risposto di no, ma in realtà lo conoscevo, perché faceva queste cose anche a Borgo Sant’Agnese. Mi ha detto che si trovava nei guai, anche perché da poco era morta una sua parente. Quando mi ha pronunciato il nome della presunta parente ho capito che mi stava ingannando, perché effettivamente la donna citata da lui era morta; ma sapevo per certo che non ci fosse alcun legame con chi avevo davanti».
L’uomo, smascherato da don Cesco, se n’è andato via dunque a mani vuote. Purtroppo però non si è arreso e con la stessa tecnica non ha avuto remore a presentarsi in confessionale, di lì a pochi metri, in chiesa, nel duomo di Sant’Andrea. Lì, per amministrare il sacramento e conferire la penitenza, c’era don Lino Pigatto, già storico parroco di Giai, figura conosciuta e stimatissima in tutta la diocesi, ricoprendo in passato il ruolo di delegato per Pastorale Sociale e del Lavoro. L’impostore ha teso il suo tranello, inginocchiandosi, come se volesse davvero confessarsi. Invece ha riferito di non avere più una lira, sostenendo di essere parente di una persona morta da poco tempo. Anche in questo caso la presunta parente era morta realmente; ma non c’era alcun legame con l’impostore. Don Pigatto però si è lasciato convincere, e ha consegnato all’impostore almeno 100 euro.
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