Usura, sequestro di 300 mila euro
MESTRE. Il Tribunale di Venezia ha disposto un sequestro conservativo per 300 mila euro a carico dell’imprenditore mestrino Angelo Bonazza, sotto processo per rispondere dell’accusa di usura ed estorsione.
Così ha deciso il collegio presieduto da Savina Caruso, accogliendo la richiesta avanzata in tal senso dalla parte civile, gli avvocati Fabiana Danesin e Luigi Ravagnan, a garanzia di un futuro risarcimento danni, nel caso si giungesse ad una sentenza di condanna.
Quello del 75enne Angelo Bonazza - difeso dall’avvocato piero Barolo - è un nome molto noto nel settore alimentare, titolare dell'omonimo salumificio di Ca' Noghera, del «Becher» di Ponzano (in provincia di Treviso) e dello storico Unterberger di Perarolo (Belluno), che produce lo speck del Cadore.
La vicenda giudiziaria al centro del processo è quella che è nata dalla denuncia di un floricoltore di Casale sul Sile, Lucio Barbiero, con la moglie e il figlio titolari della FlorSile: i fatti contestati risalgono al 2008 e al processo si è giunti dopo che nel 2014 il giudice per le udienze preliminari Massimo Vicinanza ha disposto il rinvio a giudizio.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, Bonazza avrebbe preteso in cambio di un prestito alla ditta di Barbiero - al tempo in difficoltà - una partita di piante valutata 750 mila euro, per un prezzo dichiarato di 200 mila euro. Bonazza avrebbe inoltre obbligato Barbiero a cedergli la sua villa a Casale sul Sile per 450 mila euro, la metà del valore dichiarato in una stima. All'imprenditore è stato contestato anche il cambio di assegni e lo sconto di cambiali a un tasso d'interesse del 10 per cento a trimestre. Infine, l’accusa di estorsione, legata alle minacce che l’imprenditore avrebbe mosso - secondo la Procura - a Barbiero e alla moglie per ottenere la restituzione del denaro con gli interessi, minacciando in caso contrario di mettere all’incasso gli assegni che Barbero aveva dato a garanzia.
Al tempo del rinvio a giudizio, Bonazza si era difeso in un’intervista sostenendo che il procedimento penale si inseriva in un contenzioso civile, «diviso in due cause e che si è già risolto a favore mio il 18 giugno 2013 con sentenza irrevocabile del Tribunale civile di Venezia nella prima parte e venerdì 6 giugno 2014 in via definitiva davanti alla Sezione Specializzata Agraria del Tribunale di Treviso», per un contenzioso su 400 mila euro di affitti.
Il processo penale arriva a quasi 6 anni dai fatti contestati: ieri, il Tribunale di Venezia - dopo aver sentito consulenti di parte e un teste della difesa - ha così sciolto la riserva sulla richiesta di sequestro conservativo avanzata dalla parte civile e sostenuta dalla pm Laura Cameli, quantificando in 300 mila euro il valore dei beni dell’imprenditore da mettere sotto custodia, in vista di un’eventuale condanna.
Il processo riprenderà il 9 gennaio.
Roberta De Rossi
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