Usl Serenissima, manca il 10 per cento di medici e infermieri: saranno assunti entro l'anno
MESTRE. Il direttore generale dell'Usl 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben, punta il dito contro il governo per la gravissima carenza di medici, che attanaglia ance gli ospedali veneziani.
“I medici mancano per una errata programmazione nazionale e a fronte di questa mancanza la Regione Veneto ha messo in atto una serie di azioni, sia amministrative che economiche, per garantire sempre servizi efficaci e di qualità ai nostri cittadini e mantenere alto il livello della sanità veneta”, sostiene il direttore Generale della Ulss 3 Giuseppe Dal Ben, che ha indetto una conferenza stampa per fare il punto della situazione, insieme al Direttore Amministrativo Fabio Perina, al Direttore degli Ospedali Michele Tessarin e al Direttore del Personale.
"Si tratta di un problema che dipende dalla programmazione nazionale che dovrebbe essere rivista", insiste il direttore generale, "va ripensato cioè l’accesso alla Facoltà di Medicina (oggi a numero chiuso), va rivisto l’accesso alle specializzazioni e anche all’Ospedale (una volta era sufficiente essere laureato per essere assunto, oggi è obbligatorio essere anche specializzato). E’ stato detto ripetutamente come sia diventato difficilissimo reperire medici specializzati (soprattutto per alcune specialità come quella di anestesista, di pronto soccorsista, di ginecologo, di pediatra e ortopedico), nonostante la Regione autorizzi e le Ulss bandiscano concorsi che poi vanno praticamente deserti".
I numeri sono pesanti: al momento manca il 10 per cento del personale medico e infermieristico.
Per l’anno 2019 il fabbisogno previsto dei medici è di 1200 unità, per gli infermieri di 3322 e per gli Oss di 1135. Su questo totale, l’Azienda sanitaria annuncia che coprirà entro l’anno 129 medici, 66 infermieri e 60 Oss. Attualmente in servizio nella Ulss 3 ci sono 1071 medici, 3256 infermieri e 1075 Oss. Per quanto riguarda infermieri e Operatori socio-sanitari sono circa 400 in più rispetto al 2010, mentre i medici in leggera flessione. Ma sno le esigenze complessive di assistenza ad essere cambiate e la pianta organica - al momento - risulta scoperta per un 10 per cento, che l'Usl 3 promette di sanare entro l'anno.
I medici a chiamata sono, comunque, una realtà di quest'emergenza: "Per coprire alcuni turn over di cui non immediatamente si era in grado di assumere il medico", spiega l'azienda in una nota, "si è talora fatto ricorso, per periodi di tempo definiti e circoscritti, ad incarichi libero professionali e all’affidamento della gestione di alcuni servizi: a fianco dei 1071 medici dipendenti, ci sono infatti in servizio 282 medici SAI, 58 medici libero professionali e 12 incarichi volontari (per un totale di 1423 medici complessivi). Inoltre vanno aggiunte le esternalizzazioni: l’Ulss 3 dal 2017 al 2019 ha acquisito 1165 turni di guardia di 12 ore. Infine, per sopperire alle cosiddette liste di attesa, l’Azienda sanitaria ha acquisito negli anni, soprattutto nel campo radiologico, prestazioni da personale dipendente (nel 2019 ben 2.668.093 di euro).
Tra il 2018 e il 2019 sono stati assunti 114 medici, 386 infermieri e 89 Oss. Le apicalità coperte in questi anni: Medicina interna di Mirano, Neurologia di Mirano, Direzione medica di Chioggia, Pneumologia di Dolo, Anestesia Venezia, Direzione medica Venezia, Nefrologia Mestre, Pronto Soccorso Mirano, Ginecologia Venezia, Direzione medica Mestre, Pneumologia Mestre.
Importante anche l’impegno dell’Azienda sanitaria sul fronte delle prestazioni ambulatoriali e di ricovero forniti dagli erogatori convenzionati: per il 2019 il budget complessivo destinato è di 76.683.649 euro, di cui 27.183.649 per l’ambulatoriale e 49.500.000 per i ricoveri dei convenzionati ospedalieri.
"Va sfatato il tema secondo cui si favorisce il sistema privato convenzionato rispetto a quello pubblico per quanto riguarda la dotazione dei posti letto: i posti letto pubblici, infatti, nella Ulss 3 sono nettamente superiori rispetto a quelli privati convenzionati, con un rapporto di 3 a 1: i pubblici, secondo le nuove schede regionali, sono 1591 contro i 532 previsti nelle strutture private convenzionate. E’ importante, quindi, rimanere saldamente ancorati ai fatti concreti e fornire informazioni complete. “Non c’è alcuna volontà di delegare la sanità pubblica al privato, con cui invece si vuole mantenere una buona integrazione sempre a vantaggio dei cittadini”, ha concluso il Dg Dal Ben.
IL CASO DI CHIOGGIA. «Si è arrivati addirittura a chiedere ad un ginecologo di 82 anni in pensione di fare le notti in ginecologia. Ormai rasentiamo la follia pura». La denuncia è di Barbara Penzo, segretaria locale del Pd, che sottolinea le criticità della sanità veneta, con particolare riferimento all’ospedale di Chioggia.
LA SMENTITA DELL'USL SERENISSIMA. "Non c’è a Chioggia un ginecologo 82enne né assunto, né assumibile. L’organico di Ginecologia, seppur con la carenza di una unità, verrà ripristinato a breve con personale specialista. Nell’Unità Operativa da me diretta – ha dichiarato il Primario Dottor Luca Bergamini - non mi risulta ci sia un medico ottuagenario, e pur essendo momentaneamente con un medico in meno, siamo benissimo in grado di fare fronte all’aumentato afflusso di pazienti provenienti dalle Ulss limitrofe”.
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