Usl 3, sono quasi 300 gli schiavi delle slot. «Dati in crescita, fenomeno preoccupante»
MESTRE. Continua a crescere il numero di persone che soffrono di ludopatia. Una piaga, quella del gioco d’azzardo, che colpisce un numero sempre maggiore di giovani e adulti sul territorio di competenza della Usl 3 Serenissima. Gli ultimi dati parlano infatti di 279 persone seguite dal Serd, 125 nell’area veneziana, 93 nel Miranese e 61 a Chioggia. Solo nel 2017 i nuovi casi sono stati 95, il trend continua ad aumentare anche quest’anno, e non manca la preoccupazione da parte di chi quotidianamente segue la situazione. «Il fenomeno non si placa», conferma infatti il direttore del dipartimento Dipendenze della Usl 3, Alessandro Pani. «Dopo il picco iniziale, quando una decina di anni fa abbiamo iniziato a seguire il fenomeno, la crescita dei casi non ha conosciuto sosta. L’identikit del giocatore?
Uomo con età media di 50 anni. Il rapporto uomo-donna è di 5 a 1, e la fascia più interessata dal problema è quella tra i 40 e i 54 anni. Non mancano però neppure gli anziani. Ne seguiamo addirittura 7 tra gli 80 e 84 anni, così come i giovani sotto i 25 anni che sono 8. Purtroppo ci sono anche minori, ma nel 95 per certo delle situazioni sono tutte persone alle prese con ludopatia legata alle slot machine». I dati che fornisce il dipartimento Dipendenze sono in linea con quelli denunciati dalla Regione. Ente che si prepara a discutere in Consiglio la proposta di legge preparata dalla Giunta per dare un giro di vite al sistema in Veneto. Il problema però rimane uno, e negli ultimi tempi vari esperti lo hanno sottolineato, compreso il dottor Pani: se anche si vanno a limitare le pubblicità o le aperture di sale giochi fisiche, proliferano quelle nel web, e lì il fenomeno appare incontrollabile nell’universo dell’azzardo telematico. «Le persone che seguiamo al Serd per un terzo vengono portate dai familiari, un terzo arriva spontaneamente e un terzo attraverso altri servizi sul territorio», prosegue Pani. «Il 90 per cento del totale è rappresentato da italiani, e tra gli stranieri spiccano i cittadini dell’Est Europa, anche se mi aspettavo che questi ultimi fossero di più.
Nel complesso il 12 % dei giocatori incalliti sono pensionati e il 12 % disoccupati. La tendenza è in aumento per chi gioca da casa, sfruttando la possibilità di chiudersi in una stanza senza farsi vedere scommettendo dal proprio computer. Nel web non ci sono orari o giorni di chiusura, tutto è molto facile». Il Serd lavora sul problema delle ludopatie potendo sfruttare un protocollo della Prefettura, ma anche collaborando con servizi sociali degli enti pubblici, associazioni territoriali, gruppi di mutuo aiuto, i giocatori anonimi oppure la rete del volontariato. «Siamo impegnati anche nella formazione del personale che va a intercettare chi soffre di ludopatia, e che in genere nel 30 per cento dei casi è anche alcolista», conclude Alessandro Pani. «Disponiamo di una équipe multidisciplinare in grado di analizzare le varie sfaccettature del problema, capace di coinvolgere anche i familiari delle vittime del gioco, che possono rivelarsi una vera risorsa per aiutare chi ha problemi nella fase di recupero. Siamo anche pronti a un ulteriore passo avanti, potenziando i servizi che offriamo alla cittadinanza. E poi non vanno dimenticati gli interventi che garantiamo nelle scuole per sensibilizzare gli studenti e metterli in guardia dai rischi, non solo per alcol, droghe e fumo, ma anche per la ludopatia». —
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