«Usiamo i droni contro i bracconieri»

Mira. La denuncia di Pamio (Lipu): ambientalisti minacciati, situazione difficile nella laguna sud
Giare: giornata ecologica in laguna. Roccato 28-05-00 Light Image.
Giare: giornata ecologica in laguna. Roccato 28-05-00 Light Image.

MIRA. «La laguna sud è terra di nessuno, dove anche gli ambientalisti hanno il terrore di denunciare i bracconieri per paura di ritorsioni o vendette. Riceviamo segnalazioni di decine di atti di bracconaggio ogni giorno. La gestione delle valli da pesca private è a dir poco opaca». La denuncia è di Giampaolo Pamio, responsabile della sezione Lipu Venezia (Lega italiana protezione uccelli), che raccoglie il grido d’allarme dell’associazione ambientalista Vas. Pamio rilancia e propone che polizia provinciale e carabinieri usino i droni, anche notturni, per combattere i bracconieri. «Quello denunciato da Vas», spiega Pamio, «è solo la punta di un iceberg che vede la laguna sud come il ventre molle della Laguna di Venezia».

Dalla Laguna sud, assicura la Lipu, l’associazione riceve mediamente ogni mese 2-3 segnalazioni di raid organizzati di bracconieri che minacciano anche ambientalisti e cacciatori regolari. Arrivano spesso da Chioggia o dalle isole di Venezia e compiono stragi di volatili. «È il numero», ribadisce Pamio, «di segnalazioni provenienti da un territorio specifico, più alto in assoluto dell’intera provincia. Facciamo però fatica a capire cosa succede in queste aree per il semplice fatto che è difficile accedere a queste valli gestite in modo esclusivo e nelle quali le regole non si rispettano».

Da qui la proposta choc. «Visto che entrarci è quasi impossibile se non a proprio rischio e pericolo», spiega Pamio, «anche da parte di polizia provinciale e forze dell’ordine invierò una richiesta ufficiale al prefetto e alla Provincia e pure alla Regione per un utilizzo sistematico di droni per vigilare dall’alto con telecamere il territorio».

Poi la constatazione. «Chi abbatte volatili in questo periodo che è quello dell’accoppiamento, in cui la caccia è vietata», dice Pamio, «rischia di lasciare i piccoli nei nidi senza genitori. Diverse specie che si rifugiano nella laguna di Venezia, provengono dall’Europa dell’Est dove nel corso degli anni la caccia ha avuto poche regole. L’azione dei bracconieri rischia di far cambiare rotta così pure a tante specie protette che ora svernano in laguna».

Poi la paura fra gli ambientalisti che hanno subito pesanti minacce anche nei confronti della loro famiglia.

Alessandro Abbadir

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